Ospedale di Saronno: "Le promesse non bastano più: si riapra subito la terapia intensiva"
Anche il consigliere comunale turatese si unisce al coro di chi chiede certezze sul futuro dell'ospedale di Saronno
Il consigliere di Turate e segretario del Pd turatese Leonardo Calzeroni interviene sulla questione dell'Ospedale di Saronno che nei giorni scorsi è stata portata all'attenzione dell'assessore al Welfare Letizia Moratti firmata da tutti i sindaci del comprensorio.
Ospedale di Saronno, riflettori puntati da anni
I problemi e le difficoltà, così come i dubbi sul futuro, dell'ospedale di Saronno non sono arrivati come fulmini a ciel sereno. Da anni la struttura sanitaria sembra lavorare fra continue voci di ridimensionamento, depotenziamento e periodiche difficoltà e chiusure concrete. Le ultime come ormai noto hanno riguardato la Rianimazione, con il trasferimento di pazienti Covid in altri ospedali per la mancanza di personale che potesse occuparsene qui. Rianimazione in forte sofferenza da tempo per la mancanza di personale specialistico e che è vista da molti come la prossima a rischiare una chiusura che di fatto trasformerebbe quello di Saronno da un ospedale a un poliambulatorio.
"Nell’estate 2018, come segretario del Partito Democratico di Turate, di fronte agli inequivocabili primi segnali di decadimento e di crisi dell’Ospedale di Saronno, intervenni pubblicamente sulla stampa locale criticando l’allora Sindaco di Saronno, Alessandro Fagioli, d’immobilismo istituzionale per non aver rinnovato la costituzione della Commissione Consiliare sull’Ospedale - ricorda in un post il turatese Leonardo Calzeroni - Lanciai anche un primo appello ai Sindaci del saronnese affinché facessero sentire la loro voce ed il loro peso per ottenere dalla Direzione, dall’ASST Valle Olona e da Regione Lombardia rassicurazioni e investimenti sul futuro del nosocomio.
La mia non era polemica politica, ma rappresentazione del sentimento di diffusa preoccupazione sulla situazione d’incertezza che si cominciava a percepire sullo stato di salute del nostro ospedale di riferimento.Da allora sono trascorsi ben due anni e mezzo (!) e la crisi conclamata in cui versa l’Ospedale è sotto gli occhi di tutti, a conferma che le mie preoccupazioni avevano un fondamento.
Ciò che è cambiato, invece, è che oggi abbiamo un Sindaco, Augusto Airoldi, che ha messo il rilancio dell’Ospedale al primo posto dell’agenda politica locale, ha ricostituito la rete istituzionale dei Sindaci per la difesa del presidio ed ora si accinge ad istituire nuovamente una Commissione Consiliare dedicata all’Ospedale ed ai servizi sociosanitari territoriale. Soprattutto, oggi abbiamo un Comitato civico per l’Ospedale, attivo, qualificato ed autorevole, che ben rappresenta le istanze del territorio e contribuisce a promuovere nelle comunità locali la consapevolezza che la mobilitazione in difesa dell’Ospedale di Saronno è un dovere civico che riguarda tutti e deve coinvolgere tutti: amministratori pubblici, lavoratori dell’Ospedale, medici di base, associazioni che operano nell’ambito socio-sanitario ed i cittadini.
Di fronte a questa mobilitazione trasversale di un intero territorio, appaiono pertanto insufficienti le ennesime rassicurazioni dell'assessore regionale, in questo caso la neonominata Letizia Moratti, in risposta alla lettera firmata dai 19 Sindaci dei Comuni del bacino d’utenza dell’Ospedale, varesini, comaschi, brianzoli e milanesi che, coralmente uniti, a prescindere dalle appartenenze politiche, nei giorni scorsi hanno chiesto garanzie sul futuro. Dopo due anni e mezzo, le promesse non bastano ed occorrono risposte concrete e segnali chiari. Innanzitutto l'immediata riapertura della terapia intensiva, condizione indispensabile perché il presidio di Saronno si possa ancora definire "ospedaliero".