Omicidio Desirée, i comboniani: "Salvini abbassi i toni"

I padri comboniani contro il ministro dell'Interno che aveva definito "verme" uno dei fermati per l'omicidio di Desirée Mariottini.

Omicidio Desirée, i comboniani: "Salvini abbassi i toni"
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I padri comboniani chiedono al Ministro dell’Interno Matteo Salvini di “disinnescare la violenza verbale” dopo l’omicidio di Desirée Mariottini.

Omicidio Desirée, “Si faccia giustizia, non strumentalizzazione”

Continuano indignazione e dolore per la morte della giovanissima Desirée Mariottini, la 16enne uccisa a Roma, quartiere di San Lorenzo dove era andata per comprare una dose di eroina. Quattro gli indagati, tutti di origine africana, che oltre ad averla uccisa l’avrebbero stuprata e seviziata per 11 ore. Un crimine di una violenza tremenda, intorno al quale stanno emergendo ogni giorno dettagli sempre più agghiaccianti. Una vicenda, quella del degrado romano, che il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha subito detto di voler prendere in mano e che in tutto il Paese ha scatenato rabbia e odio. Ora intervengono anche i padri comboniani: “La tragica fine della giovanissima Desirée Mariottini esige che venga fatta giustizia e che i colpevoli siano presto identificati e processati. Tuttavia riteniamo perverso ogni tentativo di strumentalizzazione della sua morte, in modo specifico per attaccare gli immigrati”.

“Indignati e sgomenti per il linguaggio di Salvini”

I comboniani, ramo missionario della Chiesa, puntano subito il dito proprio contro Salvini. “Ci sentiamo indignati e sgomenti per il linguaggio usato dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che con un tweet ha definito «verme», l’immigrato africano arrestato a Foggia il 26 ottobre scorso perché sospettato, con altri tre stranieri, di aver drogato, stuprato e ucciso la giovane Desirée Mariottini. Reputiamo l’epiteto “verme” offensivo e denigratorio nei confronti della persona arrestata sulla quale si vuole insinuare che abbia una responsabilità criminale prima ancora di essere processata”.

“Si rischia l’odio razziale”

Continuano i comboniani: “Inoltre, non si può negare che l’associare la parola verme a immigrato comporta il pericolo reale di fare emergere sentimenti di odio razziale e istigare atti di violenza verso gli stranieri nel nostro paese, in modo particolare verso gli africani. Il brutale pestaggio a Brindisi, lo scorso 19 ottobre, di due immigrati africani per mano di due italiani è l’ennesimo episodio di una catena di atti di intolleranza e di violenza che sono andati moltiplicandosi negli ultimi tempi sull’onda di pronunciamenti xenofobi da parte di autorità civili ed esponenti della politica. Condividiamo, pertanto, la preoccupazione di tanti fratelli e sorelle neri che nell’Italia di oggi si sentono più insicuri. In pubblico o per strada, temono che per il semplice fatto di avere la pelle scura possano diventare bersaglio di aggressioni razziste. Chiediamo, quindi, al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di evitare nei suoi pronunciamenti parole che possano fomentare l’odio e la violenza razziale al fine di stemperare le tensioni sociali nel nostro paese e non aggravare la già difficile relazione tra italiani e la comunità immigrata”. Il ministro, sempre via Facebook, ha replicato. “Pazzesco. L’ho scritto e lo ripeto: verme, verme, VERME!”.

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