Oltre 7mila emendamenti al Bilancio regionale: le proposte dem per la sanità delle aree di confine
Le tre proposte del consigliere Pd Samuele Astuti contro la scarsità dei medici e la fuga di sanitari all'estero
Sono 7181 gli emendamenti presentati dalle opposizioni al Bilancio della regione, 220 gli ordini del giorno. Più della metà, a firma del Partito Democratico che con le sue proposte affronterà anche i temi della carenza dei medici e della fuga di personale sanitario all'estero.
Bilancio regionale, migliaia di emendamenti dalle opposizioni
Del totale, ben 5.753 emendamenti e 90 ordini del giorno sono stati presentati dai consiglieri del Partito Democratico. Tutti con lo scopo di "tentare di correggere la manovra", spiega il consigliere Samuele Astuti.
"Si tratta di una manovra totalmente inadeguata, che attuerà tagli disastrosi non solo ai servizi per la disabilità, ma anche alla difesa dell’ambiente, alla lotta ai cambiamenti climatici e al diritto allo studio, che non sostiene a sufficienza i centri antiviolenza e che, soprattutto, non affronta i temi più cruciali della sanità".
Le tre proposte per la sanità
Il consigliere ha presentato in particolare tre proposte specifiche riguardanti la carenza dei medici e il sostegno del personale sanitario che opera nelle aree di confine.
Pochi medici di base
“Per affrontare il problema gravissimo della carenza dei medici di base – fa sapere Astuti - abbiamo proposto alla giunta regionale di prevedere incentivi economici per coloro che siano disposti a operare presso le Case di Comunità oppure nelle zone più svantaggiate, prevedendo anche sostegni economici per le spese organizzative dell’attività e i servizi di segreteria”.
La fuga all'estero
“Un altro punto molto dolente riguarda la fuga all’estero dei lavoratori del comparto sanitario – prosegue Astuti - secondo i dati divulgati da FNOPI (Federazione Nazionale Ordini professioni infermieristiche), infatti, ci sono circa 20 mila infermieri che hanno scelto di lasciare l’Italia e ci sono invece circa 4mila, tra medici, infermieri e operatori sanitari, che ogni giorno varcano il confine tra Italia e Svizzera per andare al lavoro nel vicino Canton Ticino, dove i residenti guadagnano almeno più del doppio”.
Provvedimenti per le aree di confine
“È per questo che abbiamo chiesto alla giunta lombarda di individuare, innanzitutto, un adeguato riconoscimento economico alle professioni sanitarie esercitate nelle aree di confine che sono logisticamente difficilmente raggiungibili e con carenza di personale – spiega il consigliere dem – e di implementare le risorse aggiuntive regionali che solitamente vengono distribuite a pioggia su tutto il comparto, prevedendo criteri incentivanti per gli infermieri e i tecnici sanitari che lavorano nelle ASST di confine”.