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Nuovo Governo, prime proposte Lega: Zes al confine con la Svizzera e criteri equi per il PNRR

Due proposte tese a frenare la fuga delle imprese verso la Svizzera e a rendere più equa la ripartizione dei fondi PNRR

Nuovo Governo, prime proposte Lega: Zes al confine con la Svizzera e criteri equi per il PNRR
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Nuovo governo, "vecchie" proposte che, ora, si spera possano essere concretizzate: il senatore della Lega Massimiliano Romeo ha inaugurato la nuova legislatura riproponendo la richiesta di istituire una Zes (Zona Economica Speciale) nelle aree di confine con la Svizzera.

Una Zona Economica Speciale al confine con la Svizzera

La prima proposta (ri)presentata dal senatore leghista, eletto in provincia di Varese, Massimiliano Romeo riguarda l'istituzione di una Zona Economica Speciale al confine svizzero. Un'area, detta in poche parole, con un regime fiscale agevolato che possa frenare la fuga di aziende, imprenditori e lavoratori oltreconfine.

"In un contesto di contraccolpi economici in seguito alla pandemia e di perdurante crisi internazionale - spiega Romeo in una nota - riteniamo sia necessario ricorrere alle ZES per garantire agevolazioni e supporti concreti a quelle aree geografiche lombarde che patiscono una crescente delocalizzazione oltre il confine elvetico. L’istituzione di una ZES in Lombardia può essere un’opportunità per quei territori e la ricetta giusta per tutelare il tessuto produttivo lombardo, garantendo competitività e sviluppo che sono la spina dorsale della nostra economia. La Lega dimostra nuovamente di essere al fianco dei territori e ora, con una maggioranza di centrodestra al Governo e in Parlamento, confidiamo che possa essere più vicina l’effettiva attuazione di questa proposta”.

Criteri equi per il PNRR

Altra mozione a firma Romeo, e non solo, presentata in Senato riguarda i criteri per la ripartizione dei fondi PNRR, in particolare quelli per il recupero e la rigenerazione urbana. che già avevano fatto discutere un anno fa, quando a fronte di oltre 5mila progetti presentati ne erano risultati beneficiari 201, per lo più localizzati al Sud Italia. Già in quell'occasione dal Carroccio era arrivata la richiesta di rifinanziare il bando per soddisfare tutte le domande e di individuare nuovi criteri che superassero l'Indice di Vulnerabilità Sociale utilizzato per la ripartizione.

Un criterio che "si è dimostrato alquanto inadeguato ai fini di un'equa ripartizione delle risorse disponibili su tutto il territorio nazionale - si legge nella nuova mozione presentata in Senato - producendo al contrario un'evidente disparità (...) tra Comuni del Centro-Nord e Comuni del Mezzogiorno".

In numeri, fra i 1.784 progetti finanziati dal bando ministeriale per la Rigenerazione Urbana il 20% era localizzato nel Nord Italia, il 25% al Sud e il 54% al Sud. Ma tra i 541 ammessi e non finanziati, il 92% ricade nelle regioni del nord.

Da qui le richieste, reiterate al nuovo Governo, a integrare le risorse per soddisfare tutte le domande e a stabilire nuovi criteri "garantendo opportunità di sviluppo a tutti i Comuni italiani".

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