Dà della "cagna" alla Meloni: Conte caccia il candidato di Busto Arsizio
Dopo una giornata di attacchi e polemiche aveva tentato (invano) di rimediare: "Chiedo scusa nel caso avessi involontariamente offeso qualcuno in qualsiasi modo". Parole apprezzate dal gruppo cittadino ma evidentemente non dall'ex premier
Arriva a Busto Arsizio la prima espulsione del "nuovo" Movimento 5 Stelle targato Giuseppe Conte. Bersaglio il candidato consigliere comunale Mario Socrate, che su Facebook aveva dato della "cagna" alla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
Conte: "Le parole hanno un peso, per tutti"
Sono finiti e ormai lontani i tempi del "Vaffa", dell'insulto come arma politica discesa direttamente da quel "vecchia p..." lanciato nel 2001 dal palco da un allora "solo comico" Beppe Grillo contro Rita Levi di Montalcini. Lontani, dopo che il nuovo capo del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte nel nuovo Statuto presentato a luglio aveva deciso di mettere al bando quel linguaggio triviale che tanti imbarazzi aveva creato in passato oltre a contribuire (certo in buona compagnia) a un modo di far politica sempre più per tifoserie e basato sullo scontro che sul confronto:
"La cura delle parole, l'attenzione per il linguaggio adoperato sono importanti anche al fine di migliorare i legami di integrazione e di rafforzare la coesione sociale - si legge - Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti".
Un articolo semplice, quando "rivoluzionario". Che qualcuno, evidentemente, non aveva letto. E ora ne pagherà le conseguenze.
Il candidato di Busto che ha dato della "cagna" alla Meloni
La "rivoluzione delle buone maniere" di Conte ha fatto dunque ieri, mercoledì 8 settembre, la prima "vittima": il candidato consigliere a Busto Arsizio Mario Socrate. Il 31 agosto, condividendo un articolo che criticava l'utilizzo da parte di Giorgia Meloni della vicenda del poliziotto Candido Avezzù (contrario al vaccino e deceduto a causa del coronavirus contratto all'hotspot di Taranto), aveva voluto aggiungere la sua:
"Solo una cagna può cavalcare una tragedia!!!"
Passa una settimana e lo screenshot di quel post arriva proprio al suo bersaglio. Che lo pubblica sui suoi canali: "L'odio contro la destra di cui nessuno parla". Un pomeriggio di fuoco sui social, con la pagina Facebook del Movimento bustocco e quelle dei rappresentanti non solo locali prese d'assalto dalle reazioni di condanna. Il tutto, alla vigilia della visita di Conte in città a sostegno della candidatura "giallo-rossa" di Maurizio Maggioni. A una settimana dal vergognoso post, ieri verso le 20, il primo commento da parte del Movimento 5 Stelle Bustocco:
"Il Movimento 5 Stelle di Busto Arsizio, prende le distanze da un post sbagliato nei modi e nei toni, il nostro modo di fare politica è incentrato sui temi e sulla forza delle idee. Siamo dispiaciuti che un candidato si sia espresso in modo inappropriato, e apprezziamo le scuse che pubblicamente ha postato".
Scuse decisamente "maldestre":
"Chiedo scusa nel caso avessi involontariamente offeso qualcuno in qualsiasi modo - aveva scritto - ma i miei post avevano il solo intento di sottolineare il fortissimo dissenso che ho nei confronti della politica gridata disprezzante verso il "diverso" che certo tipo di politica pratica abitualmente sui social".
Una "pezza" che seppur apprezzata dal gruppo cittadino non lo ha salvato dalla scure contiana.
"Le parole hanno un peso, per tutti. Soprattutto per chi sceglie di intraprendere un percorso all’interno delle Istituzioni. Ancora di più per chi questo percorso sceglie di farlo con il Movimento 5 Stelle.
Un candidato del Movimento a Busto Arsizio, Mario Socrate, ha usato parole che non sono compatibili con il nuovo corso del Movimento 5 Stelle, che annovera, tra i principi fondativi, la “cura delle parole”. Non possiamo più considerarlo un nostro candidato, con tutte le conseguenze che questo comporta.
A Giorgia Meloni rivolgo le mie scuse e quelle di tutto il Movimento".
Resta in corsa
E ora? Le liste elettorali sono già state presentate in Comune e hanno già raccolto le firme, impossibile rifare tutto da capo. Quindi, come già era successo per altre vicende alle ultime elezioni (politiche comprese), il candidato disconosciuto resterà in corsa per il consiglio comunale, dove avrà tutto il diritto di sedersi in caso di elezione. Fuori, però, dal gruppo del Movimento.