Gerenzano, Opposizione: "Siamo stati censurati"
A lanciare l’accusa il gruppo «Cristiano Borghi sindaco» dopo la mancata pubblicazione del loro ultimo articolo sul giornalino comunale.

Gerenzano. «Siamo stati censurati»: è questa l’accusa scagliata dal gruppo «Cristiano Borghi sindaco» dopo la mancata pubblicazione del loro ultimo articolo sul giornalino comunale.
Gerenzano, Cristiano Borghi: "Lesi i nostri diritti"
«All'articolo 21 della Costituzione si legge: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. La dialettica politica rientra in questo diritto purché ovviamente non sia un modo per insultare, dileggiare o inondare i mezzi di comunicazione di notizie false create ad arte per mettere in cattiva luce l'avversario, ma se tutto resta confinato a un confronto duro, ma leale ognuno deve poter esprimersi», anticipa il consigliere Cristiano Borghi, aggiungendo: «Con l'articolo presentato dal nostro gruppo per il giornalino comunale è avvenuto quanto non ci saremmo mai immaginati accadesse, in quanto il comitato di redazione, il cui presidente è il marito di un assessore della giunta Campi, lo ha censurato evitando quindi di pubblicarlo. Posto che detto articolo non era diffamatorio nei confronti di nessuno perché riportava numeri e atti che possono essere verificabili, ci pare questo atteggiamento censorio e non in linea con i nostri diritti».
"Il comitato di redazione si dimetta"
E rincarando la dose: «E' nei Paesi dove vige la dittatura che si imbavagliano le opposizioni. In un non tanto lontano passato si bruciavano i libri in piazza, cosa brutta che poi ha portato al tentativo della applicazione del pensiero unico che ha generato il secondo conflitto mondiale. Insomma questa della censura, quindi il negare qualsiasi diritto di espressione, è una cosa molto seria, un punto nodale per la democrazia». A proposito del comitato di redazione: «I suoi membri si sono trincerati giustificando la non pubblicazione dell'articolo in quanto, secondo loro, palesemente diffamatorio. Ma ci chiediamo quali competenze in campo giornalistico, editoriale o giuridico hanno per fare questa affermazione e di conseguenza censurare». E ancora: «Ci pare che i nostri diritti di consiglieri di minoranza siano stati pesantemente lesi. Aggiungiamo poi che in uno scritto pubblicato su Facebook dalla maggioranza, riferendosi proprio al consigliere Cristiano Borghi, siano state usate frasi come: “Racchiude una rabbia e uno stile mafioso, intimidatorio” Ora, se un giudice ha sentenziato che queste frasi scritte e rivolte al consigliere Borghi non erano diffamatorie, come possono esserlo dei dati oggettivi che riportano fedelmente quanto sta accadendo in Comune?». E infine: «Ci pare che questa censura sia ingiustificata, ingiusta e leda i diritti dei consiglieri di minoranza che, lo ricordiamo, hanno il compito di controllo e vigilanza sugli atti della maggioranza. Ci si vuole imbavagliare e, con noi, tutti i gerenzanesi che ci hanno votato. Per questo chiediamo le dimissioni di tutto il comitato di redazione per palese parzialità, e poniamo un semplice quesito a tutti i cittadini: perché censurarci? Cosa mai si diceva in quell'articolo da scatenare le ire di tutta dell’Amministrazione? Sicuramente delle verità scomode e tutte documentabili».