Risoluzione

Fase 2? Astuti (Pd): "Necessario prima un piano per la sanità territoriale"

La proposta in Consiglio Regionale: "Serve un cambio di strategia, combattere il virus sul territorio lì dove la Regione finora ha fallito"

Fase 2? Astuti (Pd): "Necessario prima un piano per la sanità territoriale"
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Il gruppo consiliare del Pd ha presentato oggi in Consiglio una risoluzione alternativa a quella della maggioranza leghista in vista della Fase 2.

Fase 2, lavori in corso

Tra le pressioni del Presidente Attilio Fontana, le cautele del Ministro Francesco Boccia e gli auspici di gran parte dei lombardi, si sta iniziando a parlare anche qui di "Fase 2". La "via lombarda alla libertà" invocata ieri da Fontana però non è nemmeno all'inizio: se ne parlerà nel tavolo con imprese, università, rappresentanti del consiglio regionale presentato stasera (giovedì 16 aprile) dal Vicepresidente Fabrizio Sala. L'inizio della Fase 2, quella della convivenza con il virus che dovrà durare diversi mesi però non può prescindere da un cambio del paradigma con cui finora si è affrontato il Covid, cioè quello dell'emergenza.

Un morto su 10 nel mondo è lombardo

Il ragionamento e la risoluzione del Pd presentati oggi in consiglio partono da un dato: il 10% dei decessi registrati nel mondo sono in Lombardia.

"Gli 11mila morti ufficiali, in questi due mesi di epidemia, sono peraltro 'largamente sottostimati' - fanno però notare - , perché la Regione si è concentrata sul trattamento dei casi ‘critici’, con un tracciamento insufficiente dei pazienti positivi che non necessitavano di ricovero, la sottovalutazione di nuovi focolai come è accaduto in provincia di Bergamo, oltre alla mancata difesa delle strutture ed aree più fragili (Rsa, periferie popolari, anziani soli, ecc.). Non c’è stata la capacità di difendersi, soprattutto di difendere il personale sanitario e parasanitario, e ciò ha reso gli stessi ospedali luoghi a rischio se non focolai essi stessi".

Una lotta impossibile da portare sul territorio e lontano dagli ospedali per "la mancanza dei tamponi, l’incapacità di aumentarne il numero giornaliero, l’opacità dei dati e la debolezza, strutturale in Lombardia, della medicina territoriale hanno reso impossibile la lotta del virus sul territorio".

Cambio di strategia: le proposta di Pd e +Europa

Pd e +Europa fanno quindi una serie di proposte di cambio di strategia e di adozione di strumenti: un Piano di sanità territoriale e un Piano di Sviluppo Economico.

"Il primo passo è la nomina di un commissario - spiegano - che organizzi e strutturi il piano territoriale di Diagnosi, Cura e assistenza domiciliare coordinando ATS, Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Unità speciale di continuità assistenziale e servizi sociali dei Comuni al fine di arrivare ad una completa sorveglianza sanitaria su tutta la regione che gestisca la presa in carico territoriale dei cittadini".

Questi i punti imprescindibili di questo ipotetico Piano di sanità territoriale:

  • Tamponi rino-faringei a tutti i sanitari esposti a maggior rischio, ad ospiti e personale delle RSA, a tutti i malati che presentino infezione respiratoria acuta, che tutte queste categorie siano dotate di dispositivi di protezione;
  • Aumentare esponenzialmente la capacità di fare tamponi, autorizzando nuovi laboratori e, se necessario, obbligando in via autoritativa i laboratori privati a processare i test;
  • Test sierologici, validati dall’Istituto Superiore di Sanità, a tutti i lavoratori che svolgono servizi essenziali e poi a tutta la popolazione lombarda;
  • Aumentare le Unità speciali di continuità territoriale fino al numero previsto dalla normativa nazionale, che si mettano i medici di medicina generale in condizione di operare in sicurezza, con protezioni e telemedicina;
  • Sanificare tutti gli ospedali e le RSA.

"Ogni giorno di lockdown in più cresce il danno economico che tutti insieme subiremo e dovremo fronteggiare - conclude il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti - ma ogni progetto di riapertura non può prescindere da un serio piano di lotta al virus sul territorio, perché è lì che lo si può fermare ed è lì che la Regione ha finora fallito. Abbiamo delineato un piano che prevede tamponi, test sierologici, distribuzione di dispositivi di protezione e difesa di chi opera a contatto con il virus e di chi è più debole, come gli ospiti delle RSA. La Regione ci ascolti, senza un piano serio di sanità territoriale non esiste alcuna Fase 2".

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