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Ha riscosso successo, giovedì sera all'auditorium Aldo Moro di Saronno, la serata di presentazione del Piano Integrato d'Intervento (PII) sull' ex area industriale.
Pubblichiamo il commento del saronnese Ale Galli, coinvolto nel progetto "Officina Vivaio".
È da ieri sera che sto cercando le parole per restituire qualcosa dell'incontro di presentazione del progetto sull'ex-Isotta Fraschini, e alla fine mi sono convinto che tutto parta da una domanda. Ovvero: cosa ha spinto più di 220 persone (perché questi erano i giornalini che avevamo stampato, e li abbiamo finiti) a stare per tre ore e mezza in una tonnara rovente ad ascoltare il nostro team che raccontava il progetto?
Perché davvero ieri sera abbiamo operato in extreme conditions, con anche molte persone anziane in sala. Eppure, praticamente tutti hanno resistito fino alla fine. La risposta questa domanda credo dia il senso del messaggio potente che il progetto sull'ex-IF ha lanciato in questi anni verso la città. Nonostante i tanti applausi, non tutti i presenti ieri sera ci amano, non tutti saranno stati convinti, non tutti voterebbero a favore del progetto così com'è. Ma - in questi anni di fortissima disaffezione dai temi politici, intesi come "della polis", e l'ex-Isotta lo è - questa grande presenza credo sia un segnale. Un segnale che quando dai una visione e quando provi a trasmetterla attraverso un confronto franco e serrato la città risponde, le persone rispondono. Anche criticando, certo, ma rispondono. E credo sia un tema. Questo mi porto a casa di questi due anni e mezzo in cui abbiamo fatto la bellezza di 15 incontri pubblici. Sono stati momenti anche per conoscere tutta una parte di cittadinanza attiva, attenta, da cui ero distante. Comunque vada, per me resterà un valore. Ora entriamo in una nuova fase, per cui quello di ieri è stato forse l'ultimo incontro di Officina Vivaio, la nostra "last dance". Ma grazie, davvero, per questa prima, bellissima parte del viaggio.