Polemica

Covid, Bianchi (Lega): “Decreto comunista e razzista: il Cenone della vigilia sì, il pranzo di Natale no”

Per il deputato, si permettono le tradizioni del Sud ma non quelle del Nord. Ma è polemica anche sul divieto di spostamento: "Puoi attraversare Roma ma non andare da Morazzone a Gazzada"

Covid, Bianchi (Lega): “Decreto comunista e razzista: il Cenone della vigilia sì, il pranzo di Natale no”

Covid, il deputato della Lega Matteo Bianchi si unisce al coro delle critiche dopo il Decreto approvato nella notte dal Governo con le limitazioni degli spostamenti a Natale, Santo Stefano a Natale. Al centro, differenze di tradizioni e il “confinamento” nel territorio comunale.

Covid, Bianchi: “Decreto comunista e razzista”

Il nuovo Decreto legge del Governo, in attesa del prossimo Dpcm, si sta lasciando dietro una scia di polemiche. Tutte però vertono su due punti: il divieto nelle giornate del 25 e 26 gennaio e del 1 dicembre di uscire dal proprio Comune e proprio la decisione di utilizzare il confine comunale come “limite massimo”. Una definizione che colpisce in primis chi vive piccoli enti locali e praticamente ignorando chi invece vive nelle grandi città.

Punti che portano il deputato della Lega Matteo Bianchi, ed ex sindaco proprio di un piccolo comune (Morazzone) a parlare di “decreto comunista e razzista”:

“Fermo restando la gravità della situazione sanitaria e la necessità di mantenere alta l’attenzione (bisogna sempre premetterlo per evitare che ad ogni critica per mancanza di buon senso del Governo, si venga tacciati di negazionismo), questo decreto è palesemente infarcito di razzismo e comunismo“.

Sì al Cenone, no al Pranzo

Razzista perchè il divieto scatta a Natale tralasciando la Vigilia, quindi impedendo i festeggiamenti di alcuni ma non quelli di altri. E, come noto, nel centro-sud Italia i festeggiamenti si concentrano soprattutto il 24 dicembre.

“Limitando gli spostamenti a partire dal 25 dicembre – spiega Bianchi nel suo sfogo sui social – consenti il cenone della vigilia di Natale e non il pranzo di Natale: come tutti sappiamo la tradizione settentrionale è incentrata sul pranzo e non sul cenone“.

Non si esce dal Comune: che sia Morazzone, che sia Roma

Comunista, spiega sempre Bianchi, perchè il decreto permettendo la circolazione solo nel Comune di residenza crea “un nuovo muro di Berlino tra i piccoli comuni”. Un punto, al di la della metafora, che ha acceso il confronto fra le Regioni e il Governo. Le prime in pressing per intervenire almeno con deroghe più ampie possibili (visto che il testo del decreto non può più essere modificato), il secondo trincerato dietro la sua scelta:

“Non ha senso attuare le stesse misure attuate a Roma anche tra Morazzone e Gazzada – sentenzia Bianchi – Puoi andare dalla Garbatella a Trastevere facendo 7 km e attraversando zone da 2 milioni di residenti, ma non puoi fare 500 m attraversando il nulla per andare nel piccolo comune a fianco perché trovi il muro. Poi ci dicono che il paese deve rimanere unito…”.

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