Cécile Kyenge dai comboniani: "Calderoli condannato? Vittoria contro il razzismo. I soldi di Borghezio a sostegno vittime dell'odio"
"La classe politica deve avere una formazione antirazzista: chi fa le leggi non può discriminare"
L’ex ministro oggi europarlamentare Cécile Kyenge ospite sabato sera al castello dei missionari comboniani a Venegono Superiore.
Cécile Kyenge al castello
Sala piena e pubblico seduto anche per terra sabato sera al castello dei missionari comboniani di Venegono Superiore per incontrare e ascoltare l’ex Ministro per l’Integrazione Cècile Kyenge. Al tavolo con lei, la giovane consigliera di Gallarate Anna Zambon. Le due politiche hanno partecipato all’incontro del “Sabato del Gim”, rivolto principalmente ai ragazzi e alle ragazze dei gruppi “Giovani Impegno Missionario” dei comboniani. Temi principali, le loro storie politiche, giovani, Europa e la politica.
“Serve la rivoluzione della fratellanza”
Il cuore della serata sono state però le domande dei tantissimi presenti, grazie alle quali l’europarlamentare ha raccontato coi suoi occhi la realtà attuale. Su tutte il tema immigrazione, soprattutto dopo il naufragio che ha causato 117 morti al largo della Libia. “Serve la rivoluzione della fratellanza – ha dichiarato – Non dimenticherò mai la lunga fila di bare, tantissime delle quali bianche, viste a Lampedusa. Lì iniziammo a lavorare al progetto Mare Nostrum, la prima volta che l’Italia ha alzato la testa dicendo ‘Salviamo vite umane’. Fu il nostro Governo a portare avanti quella sfida, a portare l’argomento al Parlamento Europeo per cercare da tutti gli stati membri mezzi ed energie per il programma di ricerca e soccorso. E se l’Europa avesse risposto coralmente, non ci sarebbe bisogno delle nevi delle Ong, scese invece in campo per colmare le carenze degli altri Stati membri”.
Razzismo in Italia: “Fu Calderoli a istituzionalizzarlo”
Altro tema caldo, la condanna a 18 mesi del leghista Roberto Calderoli che nel 2013 aveva definito Kyenge, allora ministro, un “orango” e quella dell’anno scorso a un altro leghista, Mario Borghezio, costretto a un risarcimento da 50mila euro. “Dopo le sue parole, pronunciate quando era Vicepresidente del Senato, ne sono arrivate tante, tantissime altre – ha ricordato – Da allora ho preso un avvocato, che pago ogni mese da 6 anni, per agire affinché altri non subiscano quello che è successo a me. Gli ho chiesto di selezionare solo le cariche istituzionali perchè le loro parole hanno un peso più importante e ne scatenano migliaia e migliaia. La sua non fu solo una battuta, come tanti, anche miei colleghi, dissero. Umanamente non ho nulla contro di lui ma la società aveva bisogno di questa condanna, di questo gesto simbolico. Io, con lui, ho finito”.
“I soldi di Borghezio alle vittime del razzismo”
L’altro caso politico-giuridico è stato quello di Borghezio, che sempre nel 2013 affermo che la Kyenge volesse “portare le sue tradizioni tribali in Italia” e che “gli africani appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra”. Cinquantamila euro di condanna per diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale. “Gli ho scritto un messaggio dopo la condanna – ha fatto sapere Cécile Kyenge – Gli ho detto che i suoi soldi sarebbero andati ad aiutare le vittime del razzismo”. “Ciò che dev’essere chiaro – ha concluso – è che la classe politica deve avere una formazione alla cultura antirazzista. Chi fa le leggi non può, e non deve, essere razzista perchè queste devono eliminare gli ostacoli e le differenze, non imporne di nuovi”.
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