Azione Saronno: "Aumenti IMU e IRPEF, la scelta migliore o solo la più semplice?"
I dubbi e le domande di Azione
Fuori dal Consiglio Comunale che sarà chiamato a votare il prossimo Bilancio di Previsione, anche il gruppo di Saronno in Azione non nasconde la propria perplessità sulla scelta di "armonizzazione" dei tributi locali proposta dall'Amministrazione di Augusto Airoldi.
Di seguito, il comunicato di Saronno.
Azione Saronno: "Aumenti IMU e IRPEF, la scelta migliore o solo la più semplice?"
"La Giunta ha deliberato a fine novembre le proposte relative al bilancio di previsione 2023, che dovranno essere approvate nel prossimo Consiglio Comunale. Tra queste, alcune in particolare riguardano da vicino le “tasche dei saronnesi”.
- È stato previsto un aumento dell’IMU per alcune tipologie di locazioni a canone concordato, per le proprietà degli istituti case popolari e per le unità concesse in comodato d’uso ai parenti di I grado, allo scopo (citiamo dalla delibera) “di fronteggiare le molteplici situazioni che si sono venute a verificare, quali in primis la ripresa a regime delle attività e dei servizi a valle delle ‘riaperture’ post covid, mantenendo tuttavia tutti gli accorgimenti del caso e la crescita esponenziale dei costi dell’energia”;
- È stato previsto anche un aumento dell’addizionale comunale IRPEF per i redditi superiori ad euro 15.000, considerata (citiamo dalla delibera) “la necessità di garantire gli equilibri di bilancio tra entrate e spese, nonché di mantenere, pur nell'attuale grave contesto economico, i servizi essenziali erogati dal Comune alla cittadinanza, soprattutto in considerazione delle persone più in difficoltà”;
È vero che il Governo non sembra intenzionato a stanziare risorse che aiutino gli enti locali ad affrontare i maggiori costi energetici. Vero è anche che lo stesso Governo ha proposto una manovra economica che poco si ispira ai principi della progressività fiscale previsti dalla Costituzione e che accentua le disuguaglianze.
Ma la proposta della Giunta, con l’intento certamente meritevole di aumentare la fascia di esenzione da 10.000 a 15.000 euro, prevede aumenti dell’addizionale IRPEF che vanno a colpire con incrementi di oltre il 35% le fasce di reddito tra i 28.000 e i 50.000 euro, e con incrementi di oltre il 30% le fasce oltre i 50.000 euro. Inoltre, l’aumento dell’IMU rischia di scaricarsi in gran parte sulle famiglie in affitto, con il possibile ritorno al mercato libero degli affitti rispetto a quelli a canone concordato.
Ci chiediamo se non fosse possibile evitare o mitigare tale nuovo prelievo, anche considerando gli effetti dell’inflazione, che comporta un aumento automatico di tutti i costi per una famiglia nella media. Non si sarebbe potuto incidere maggiormente sulla revisione dei costi dell’ente locale o investire preventivamente risorse sul contenimento strutturale della spesa energetica, almeno per quanto riguarda gli edifici pubblici?
Il timore è che la scelta operata sia stata la più semplice, ma non per questo la migliore".