"Tutti aperti e priorità nelle vaccinazioni": le richieste di Confcommercio provincia di Varese
Che senso ha tenere tutto chiuso se la gente non rispetta più le regole della zona rossa? "Riapriamo garantendo la massima sicurezza"
Inserire gli operatori del commercio che sono a contatto diretto con la clientela tra le categorie a rischio e, perciò, con priorità nella campagna vaccinale. È questa la proposta di Confcommercio provincia di Varese, rivolta in prima battuta agli organi istituzionali regionali.
Confcommercio provincia di Varese: "Tutti aperti, basta discriminazioni"
"Piazze piene di gente, mancato rispetto delle regole da parte di alcuni commercianti, controlli inadeguati: sono lo specchio del fallimento delle misure previste in zona rossa. E sono un ulteriore motivo per ritenere ancora più incomprensibili le chiusure di certe attività e di altre no, provvedimenti che stanno mettendo alla luce delle vere e proprie discriminazioni".
Confcommercio provincia di Varese chiede di riaprire tutti i negozi, indipendentemente dal colore della regione, prendendo atto che ormai le restrizioni agli spostamenti anche nella zona rossa sono sempre meno efficaci e rispettate. L'associazione chiede dunque di riaprire garantendo però all'interno dei negozi "sicurezza al 100%".
Come?
"Priorità nella vaccinazione ai nostri operatori"
Dando priorità nella campagna vaccinale agli operatori del settore commercio, richiesta che si aggiunge a quella avanzata nei giorni scorsi dalla Federmoda di Busto Arsizio di un "marchio di garanzia" da esporre sulla vetrina del negozio con cui segnalare che il personale è stato sottoposto al tampone.
Perché il personale scolastico sì e i commercianti no?
E' corsa alle priorità, in tutt'Italia, nonostante la "bacchettata" del Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha invitato le Regioni ad attenersi al Piano Nazionale Vaccini.
"Giustamente - continua Confcommercio - il personale docente e non docente, scolastico e universitario, ha avuto la priorità nelle vaccinazioni, ma altrettanto giustamente dovrebbe averla chi ogni giorno è a contatto con decine se non centinaia di persone. Riteniamo che il personale delle attività di vendita dei generi ritenuti di prima necessità vada protetto al più presto".
Nella categoria prioritaria, proseguono i vertici provinciali dell’associazione di categoria, andrebbe inserito anche "il personale dei negozi di vicinato, chiusi in base ai provvedimenti statali. In questo modo bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, di calzature, gioiellerie, e tutte le attività sospese in zona rossa, potrebbero restare aperte al pubblico, evitando drammatiche conseguenze che giorno dopo giorno, lockdown dopo lockdown, aumentano il rischio della cessazione di un sempre maggior numero di imprese".
Le regole penalizzano chi le rispetta
Secondo l'associazione, aprire tutti eviterebbe poi il "vantaggio" per chi non rispetta le regole, e che ora continua ad aprire e lavorare come se nulla fosse rappresentando un pericolo per i clienti e un danno per chi invece resta chiuso come da disposizioni. Un tema già più volte evidenziato ad esempio col problema dei parrucchieri abusivi a domicilio, ma forte in questo periodo anche con ristoranti e bar che aprono e servono a tavoli e banconi.
"Vaccinare il personale dei negozi, significherebbe cancellare la discriminazione della quale sono vittime le tante attività ingiustamente chiuse. Oltre a ciò - conclude Confcommercio provincia di Varese - si risolverebbe il problema della trasgressione delle norme in vigore da parte dei pochi che stanno approfittando delle concessioni 'settoriali' per vendere ogni tipo di capo o da parte della minoranza che utilizza il servizio di asporto per consentire ai clienti di consumare all’interno del locale. Il tutto ciò a discapito dei tantissimi che, nonostante le enormi difficoltà economiche, rispettano le misure in atto, cercando di dare il loro concreto contribuendo a farci uscire dall’emergenza sanitaria".