Più e-commerce, meno negozi: Zara chiude 1200 store in tutto il mondo
Ad aprile le vendite online sono cresciute del 95%, convincendo il gruppo Inditex ad accelerare la transizione verso il digitale
Il colosso galiziano Inditex, proprietario di Zara, Bershka, Stradivarius e altri marchi di "fast fashion" ha comunicato i programmi per il riassetto post Covid, con un forte ridimensionamento dei negozi "fisici".
Zara cede al Covid: 1200 chiusure
Dal negozio "fisico" a quello digitale: l'emergenza coronavirus e le sue conseguenze in tutto il mondo hanno spinto Inditex a ripensare i business plan per i suoi marchi "fast fashion". In particolare, ad accelerare quella transizione verso l'e-commerce già avviata ormai da alcuni anni in cui si è puntato molto su una gestione "multipiattaforma" della rete di vendita, con i negozi trasformati sempre più in semplici punti di raccordo tra il cliente e la loro versione online per i ritiri e i resi. A questo percorso già avviato si è aggiunta la spinta verso gli acquisti online dovuta al coronavirus, che ha portato nel trimestre un aumento del 50% degli affari sulla piattaforma virtuale, del 95% guardando al solo aprile.
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Mistero sulle chiusure
Al momento non si sa quali saranno i 1200 negozi, su un totale di 7.469 punti vendita a chiudere, nè dove saranno aperti i nuovi 450 store previsti. Sembrano al sicuro i negozi nelle piazze più "forti", come quelli di Milano. Meno invece i più piccoli.