braccia incrociate

Otto ore di sciopero alla Tekniplex dopo il licenziamento di un lavoratore

Sciopero di otto ore oggi, 15 marzo, a Tradate: i lavoratori della Tekniplex hanno deciso di incrociare le braccia dopo il licenziamento di un collega

Otto ore di sciopero alla Tekniplex dopo il licenziamento di un lavoratore
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I sindacati hanno indetto otto ore di sciopero alla Tekniplex di Tradate dopo che uno dei dipendenti è stato licenziato.

Otto ore i sciopero alla Tekniplex di Tradate

Sciopero di otto ore oggi, 15 marzo, a Tradate: i lavoratori della Tekniplex hanno deciso di incrociare le braccia dopo il licenziamento di un collega.

"A dispetto di tutti i mezzi con cui abbiamo contestato a gran voce gli atteggiamenti provocatori ed arroganti posti in essere da coloro che rappresentano l’Azienda fra i lavoratori, i precedenti comunicati, gli incontri con la Direzione, la proclamazione dello stato di agitazione dichiarato il 31 gennaio c.a. che è culminato in ore di sciopero; l’Azienda in data 11 marzo ha licenziato un lavoratore che, esasperato, ha reagito rispondendo verbalmente ai comportamenti vessatori posti in essere dai responsabili nei suoi confronti - questo il comunicato di Cgil Cisl e Uil - È evidente che era proprio questo tipo di reazioni che volevamo evitare si verificassero chiedendo al management di ripristinare un clima sereno e disteso. Non è difficile dedurre che un lavoratore, un ex rappresentante RSU, che ha lavorato per molti anni in questa compagnia, ben voluto da tutti, una figura professionale valida che ha addestrato altri lavoratori, ha sbottato, umanamente, in una risposta volta al suo superiore, ammettendo egli stesso in seguito di aver sbagliato, ma è stato indotto a tale reazione perché esasperato dal clima teso in cui si trovava da tempo a lavorare creato dai responsabili.

"Utilizzato un comportamento manipolatorio"

"Si è licenziato un dipendente verso il quale, potremmo dire, sia stato riservato e concentrato un trattamento manipolatorio che voleva proprio indurlo in un errore per punirlo, infatti al lavoratore, precedentemente erano stati addirittura negati giorni di permesso per il funerale del fratello, gli erano state applicate sanzioni disciplinari e giorni non retribuiti - continuano i sindacati -  Naturalmente l’organizzazione sindacale ha impugnato a mezzo vertenza il licenziamento per far luce sull’ inesistenza della “giusta causa”. L’Azienda pensa con questa azione, per loro “esemplare”, di intimorire tutti i lavoratori, noi invece vi chiediamo di reagire un’ ennesima volta tutti insieme per dimostrare che lui sarebbe potuto essere ognuno di noi e nessuno di noi accetta di essere trattato così! Questa è una violenza psicologica e noi la CONDANNIAMO come tutti gli atteggiamenti volti a predominare e danneggiare".

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