Andrà deserto?

Nuovi banchi scolastici, Assodidattica: "In 23 giorni la produzione di 5 anni, impossibile"

Secondo le associazioni di categoria se il bando dovesse essere vinto da un'azienda estera si rischierebbe di "spazzare via l'intero comparto". E non mancano i dubbi sulla sicurezza dei banchi proposti dal ministro Azzolina

Nuovi banchi scolastici, Assodidattica: "In 23 giorni la produzione di 5 anni, impossibile"
Pubblicato:
Aggiornato:

Assodidattica, l'associazione di categoria che riunisce produttori e fornitori del comparto scuola, non nasconde critiche e timori sul bando di fornitura di 3,7 milioni di nuovi banchi scolastici emesso dal Commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri. Fornitura entro, ovviamente, l'inizio delle scuole.

Nuovi banchi scolastici, missione impossibile (per le aziende italiane)

Poco meno di un milione di pezzi al giorno. Questo il volume di produzione richiesto dal bando del Commissario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri per l'acquisto dei nuovi banchi scolastici necessari al rientro in sicurezza a scuola il 14 settembre. Tre milioni e 200mila pezzi, completi di tutto. Un numero impossibile da soddisfare per le aziende italiane e che, secondo Assodidattica e Assufficio, nasconde una mossa "scaricabarile". Tutte le aziende italiane del settore infatti secondo l'associazione di categoria e Assouffici possono arrivare, insieme, a consegnare circa 120mila pezzi entro fine settembre. Non di più.

In principio furono le mascherine

Insomma, i materiali necessari a far fronte all'emergenza Covid continuano a creare non poche polemiche. In principio furono le mascherine, impossibili da trovare nel primo mese d'emergenza e poi, dopo che molte aziende avevano deciso di convertirsi per produrle e limitare le perdite dovute alla chiusura dell'azienda e al periodo di difficoltà, imposte a un prezzo calmierato insostenibile per molti "nuovi" produttori e per molte farmacie, che avrebbero dovuto venderle in perdita. Poi, fu il turno dei tamponi e della diatriba con le Regioni: le seconde lamentavano la mancanza di reagenti, Arcuri rispondeva che aveva acquistato e inviato milioni di tamponi per la diagnosi dei pazienti Covid. Tamponi che si rivelarono però privi dei rari reagenti.

"Il bando andrà deserto"

Secondo le sue associazioni di categoria, leggendo il bando "viene da chiedersi se, prima di stenderlo, qualcuno si sia posto il problema se sarebbe andato deserto. Purtroppo sembra di no, nonostante, come da noi spiegato agli uffici competenti i numeri dicano che il bando andrà sicuramente deserto". Impossibile concentrare in 23 giorni (dal 7 al 31 agosto entro cui deve avvenire la consegna) e senza contare la distribuzione e la ricerca di materie prime la produzione nazionale di 5 anni.

"Nella migliore delle ipotesi - spiegano Assufficio e Assodidattica - la capacità produttiva attuale potrebbe arrivare a 120.000 pezzi consegnati entro fine settembre, a patto che siano disponibili pannelli, tubolari, insomma tutti i componenti che concorrono alla realizzazione dei prodotti oggetto del bando. A tutto ciò si aggiunga che anche la consegna e la messa in loco degli arredi è in capo ai fornitori è evidente come siamo stati messi davanti a una missione impossibile che avrà due gravi conseguenze. I ragazzi non potranno avere i nuovi banchi con ricadute sull'avvio dell'anno scolastico e le procedure di gara regolarmente in corso o addirittura già vinte saranno bloccate, pertanto i quantitativi su cui le aziende avevano già predisposto un piano di produzione adeguato alle tempistiche richieste dalle stazioni appaltanti, non saranno consegnati".

"Insidia" estera

Il dubbio delle due associazioni è che si finirà per affidare la commessa milionaria (si parla di un costo ci circa 2-300 euro a banco) all'estero. Cosa che metterebbe in grandissima difficoltà tutta la filiera italiana del settore. Tanto che Assouffici e Assodidattica parlano di "rischio concreto che un comparto industriale venga spazzato via da un bando di gara che potrebbe avere un solo fornitore non italiano, che produce nel Sud Est asiatico, con un prodotto che non risponde alle leggi e alle normative di sicurezza e a favore della corretta postura di bambini e ragazzi, a cui tutti i produttori italiani e comunque chi vuole vendere alla PA, deve assolutamente attenersi. Siamo certi che questo non sia nei desiderata della scuola, quasi come se per legge all'improvviso si decidesse che non si possono più realizzare infissi in legno o in alluminio ma solo in pvc; tutto ciò sulla base di un presupposto emergenziale che non ha nessun fondamento scientifico. Anzi la seduta su ruote va in direzione opposta alla scelta del distanziamento sociale, che ha portato alla scelta del banco monoposto".

"Non vogliamo addentrarci oltre sulla parte riguardante il mancato rispetto delle norme di sicurezza dei prodotti cui ha fatto pubblicamente riferimento lo stesso ministro Azzolina, ma che ci sono ben chiare e che siamo disponibili a illustrare allo stesso ministro. La nostra professionalità, il nostro know-how in materia - spiega la nota - è un valore aggiunto che mettiamo nuovamente a disposizione di Governo e Protezione Civile che, purtroppo, constatiamo averci ignorato.

L'auspicio è che ci sia un cambio di rotta e possiamo essere messi nelle condizioni di lavorare per contribuire alla ripartenza in sicurezza dell'anno scolastico che, stante le condizioni attuali, vediamo a rischio".

TORNA ALLA HOME

 

Seguici sui nostri canali