Buoni spesa

Emergenza coronavirus, l'appello di Forza Nuova ai sindaci: "Emettete una moneta alternativa all'Euro"

Emergenza coronavirus, l'appello di Forza Nuova ai sindaci: "Emettete una moneta alternativa all'Euro"
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Forza Nuova lancia un appello ai sindaci Marco Giudici (Caronno Pertusella), Luigi Clerici (Uboldo), Mario Ceriani (Origgio) e al Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana chiedendo di far fronte all'emergenza economica per il coronavirus con l'emissione di una seconda moneta "alternativa e complementare" all'Euro.

Doppia moneta contro l'emergenza, la proposta di Forza Nuova

Una moneta parallela per dare liquidità e rispondere ai bisogni primari in un periodo di emergenza. Questa la proposta di Forza Nuova lanciata ad alcuni sindaci del saronnese e al Presidente lombardo Fontana, vista "la gravissima emergenza derivante dall'epidemia in corso e le elemosine governative predisposte per le amministrazioni locali". L'esempio da seguire, secondo il gruppo di estrema destra, è quello del sindaco di Santa Marina (Salerno) Giovanni Fortunato. 

L'esempio salernitano

Cos'ha fatto il sindaco di Santa Marina? Ricevuti i fondi dal Governo per l'emergenza alimentare (le "elemosine governative" citate da Forza Nuova) li ha frazionati in ticket singoli dal valore di 50 centesimi, 1, 5 e 10 euro, utilizzabili nei negozi del paese per acquistare generi alimentari, coi negozianti che riceveranno poi dal Comune il compenso relativo ai ticket ricevuti, esattamente come dei "comuni" buoni spesa.

Il messaggio ai sindaci

Di seguito l'appello integrale lanciato da Forza Nuova:

"Vista la gravissima emergenza derivante dall'epidemia in corso e le elemosine governative predisposte per le amministrazioni locali, Forza Nuova propone, facendo riferimento anche al recente esempio del Sindaco Fortunato di Santa Marina (SA), un modello semplice e pratico per ovviare al problema oggi drammatico della carenza di liquidità e per rispondere ai bisogni primari, oggi drammaticamente urgenti di tanti nostri concittadini.
In condizioni di emergenza, le regole valide in tempi normali possono subire una deroga. A titolo di esempio riportiamo un solo esempio tra i tanti: l’articolo 32 della Carta costituzionale sancisce il sacrosanto principio secondo cui nessuno possa essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, prevede però che a questa regola si possa per legge derogare. Anche qui si tratta di casi di emergenza: epidemie o casi di patologie mentali che possono mettere a repentaglio la salute pubblica.
In ragione della indiscutibile situazione emergenziale in atto si può e si deve derogare alla legge ordinaria e ai trattati al fine di porvi rimedio o, comunque, arginarla. Un valido strumento d’azione è quello dell’emissione, da parte dei Comuni, di uno strumento monetario alternativo e complementare all’Euro, per venire incontro alle esigenze vitali di sopravvivenza economica della popolazione. A questa ipotesi viene comunemente contrapposta la norma enunciata dal Trattato sull’Unione Europea per cui solo alla BCE è consentita l’emissione monetaria. Ma è proprio in virtù dell’attuale situazione di necessità ed estrema urgenza sociale che non c’è più tempo da perdere.
Considerando che la “moneta convenzionale” è perfettamente compatibile sia col sistema monetario internazionale perché considera solo aspetti di diritto privato, come tali di stretto diritto interno e del tutto irrilevanti per il diritto internazionale che col trattato di Maastricht, perché rispetta l’autonomia della Banca Centrale Europea, ne consegue che il Sindaco nelle sue funzioni di Ufficiale di Governo e al fine di prevenire problemi di salute pubblica “mentale” (dovuti alla crisi monetaria ed all’angoscia sociale che sono le cause di problemi di sicurezza pubblica quali gesti estremi violenti che potrebbero coinvolgere la comunità ed evitare l’incremento del crimine dovuto alla affannosa ricerca di soldi) può e deve adempiere al proprio dovere di messa in atto di tutte le condizioni possibili che possano tutelare la salute dei cittadini e lo svolgimento ordinato della vita civile, attingendo all’ampia produzione legislativa e alla consolidata giurisprudenza che lo autorizza in questo senso".

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