Turismo

Coronavirus e rimborsi, Aiav contro il Codacons: "Non illuda i consumatori"

Le regole del Codice del Turismo sono chiare: non basta la paura del contagio per recedere (senza penali) da un contratto.

Coronavirus e rimborsi, Aiav contro il Codacons: "Non illuda i consumatori"
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L'Aiav, Associazione Italiana Agenti di Viaggio, ha diffidato il Codacons che nei giorni scorsi ha avviato una campagna "volta a illudere i consumatori sulla possibilità di annullare qualsiasi viaggio o vacanza senza doverne pagare le conseguenze pensali".

Coronavirus e rimborsi

L'emergenza coronavirus nei giorni scorsi ha fermato tutto: dagli eventi che si sarebbero dovuti tenere in queste settimane fino agli Special Olympics di Varese in programma a giugno. Ma oltre agli eventi, tra i settori più penalizzati (per il quale si starebbe valutando la richiesta dello stato di crisi, come annunciato dalla Vicepresidente del Consiglio Francesca Brianza) c'è quello del turismo. La paura del contagio infatti sta portando moltissimi a rivedere i propri piani e rinunciare ai propri viaggi. E nei giorni scorsi il Codacons aveva lanciato una campagna, mettendo a disposizione un modulo per richiedere il rimborso totale e senza penali non solo per i viaggi nelle zone colpite, come la Cina, ma anche per zone diverse dai focolai.

Non è però così, tanto che Aiav ha diffidato il Codacons chiedendo di interrompere subito la campagna.

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La spiegazione di Aiav

Secondo l'Associazione degli agenti di viaggio, lo scopo della campagna del Codacons è solo quello di

"cavalcare un’onda mediatica e tentare di agganciare nuovi abbonati a suon di fake news".

"Sono state molte le agenzie che hanno lamentato il proliferare di richieste di cancellazione presentate con l’ausilio della modulistica predisposta proprio dal Codacons, modulistica basata su articoli di legge inapplicabili ad un comparto che basa le proprie regole sui principi di rispetto del viaggiatore indicati dal Codice del Turismo - aggiungono dall'Aiav- Questa bassa operazione di 'raccolta tesserati' compiuta da un’associazione che dovrebbe badare con la massima attenzione al rispetto della verità proprio nell’interesse dei suoi associati-cittadini-consumatori sarà contrastata dall’AIAV in ogni modo".

Per i viaggi annullati verso la Cina e le altre zone di focolaio infatti è lo stesso Codice del Turismo a prevedere il rimborso attivando il diritto di recesso senza alcuna penale. Mentre, per quanto riguarda gli altri viaggi in zone senza focolaio e annullati per scelta del consumatore, la paura non rappresenta un giusto motivo per recedere dal contratto senza penali.

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