Confindustria Lombardia: "Rafforziamo le precauzioni ma non fermiamoci"
Il mondo delle aziende "frena" Governo e Regione: no allo stop
Dopo le richieste del Presidente della Regione Attilio Fontana e le aperture di stamattina a misure più forti contro la diffusione del coronavirus da parte del Governo, Confindustria Lombardia chiede di non chiudere le aziende.
Confindustria Lombardia, "Non fermiamoci"
"Fermare la Lombardia vuol dire fermare l'Italia". Fino a una settimana fa, era questo l'appello corale, e non solo degli imprenditori. E mentre si attende la decisione del Governo, che dovrebbe arrivare in serata, su nuove misure per le Regioni del Nord Italia di concerto con il Presidente lombardo Fontana che ieri aveva chiesto di fermare tutto per 15 giorni, Confindustria Lombardia lancia un messaggio diverso a Roma:
"Confindustria Lombardia - si legge in una nota - comprende il momento di grave emergenza sanitaria che la nostra Regione sta attraversando e vuole contribuire concretamente, insieme a Regione Lombardia, nell’elaborazione di politiche che possano contenere l’espansione del contagio da Coronavirus. In questo senso, le imprese lombarde, fortemente orientate a continuare a garantire la continuità aziendale, si impegnano a rafforzare le proprie misure di prevenzione e contenimento della diffusione dell’epidemia in linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità.
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Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia, riunitosi ieri in via straordinaria e presieduto da Marco Bonometti, ritiene quindi indispensabile la necessità di tenere aperte le aziende, dando continuità a tutte le attività produttive e alla libera circolazione delle merci, poiché interrompere oggi le filiere significherebbe perdere il mercato di appartenenza e chiudere imprese di territori a forte vocazione export vuol dire dare all’estero un segnale di mancata capacità produttiva difficile da recuperare nel breve periodo".
Codice di autoregolamentazione
L'associazione di categoria però non si limita ovviamente alla richiesta di non fermare la produzione e il lavoro. Anzi, propone un Codice di Autoregolamentazione, invitando le aziende a chiudere qualora non potessero rispettarlo:
"Le associazioni territoriali di Confindustria Lombardia stanno lavorando sin dal primo giorno dell’emergenza, anche attraverso l’istituzione di task force dedicate, e sono disponibili a mettere in campo un codice di autoregolamentazione in linea con le prescrizioni sanitarie più ferree e auto imporsi una sospensione in caso di impossibilità a soddisfare i requisiti di sicurezza richiesti dall’emergenza.
Il Codice di autoregolamentazione regionale prevede:
- Sul luogo di lavoro e in tutte le attività connesse, andranno applicati criteri stringenti di sicurezza sanitaria (già oggi adottati) ma che potrebbero essere ulteriormente implementati;
- Limitazione massima degli spostamenti all’interno dei siti e accesso contingentato agli spazi comuni;
- Smart working per tutte quelle attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
- Incentivo per i propri dipendenti a godere di ferie e congedi retribuiti;
- Chiusura dei reparti aziendali non indispensabili per la produzione.
Fabbriche sicure
"Le fabbriche - continua Confindustria - sono oggi probabilmente il posto più sicuro perché hanno adottato da subito misure di prevenzione per la tutela della salute (temperatura misurata con telecamere termiche, controlli su distanze minime obbligatorie, accesso contingentato agli spazi comuni). Confindustria Lombardia si impegna, infine, ad avviare da subito un censimento delle proprie imprese associate disponibili a chiudere i propri impianti.Superata questa drammatica fase sappiamo inoltre già che dovremo rimboccarci le maniche per ricostruire dalle macerie, come dopo un terremoto. E in tal senso rappresenta una importante iniezione di fiducia conoscere con certezza le misure che il governo metterà a disposizione delle imprese per superare la crisi".