Ristori e rimborsi

Chiusure imposte dal Dpcm, Caparini: "Regione farà la sua parte ma servono i ristori dello Stato"

Il nuovo stop, dopo mesi di guadagni ridotti e investimenti in sicurezza, rischia di essere la parola "fine" per molti commercianti e imprenditori dei settori toccati dall'ultimo Dpcm

Chiusure imposte dal Dpcm, Caparini: "Regione farà la sua parte ma servono i ristori dello Stato"
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L'assessore al Bilancio di Regione Lombardia Davide Caparini: "Ora che il Governo ha deciso la chiusura di interi settori deve prevedere il ristoro dei mancati ricavi".

Chiusure imposte dal Dpcm, imprenditori e negozianti in crisi

Bar e ristoranti, di fatto, obbligati a chiudere. Forse per sempre, se non arriveranno (e in fretta) i sostegni promessi dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Negozi che già si preparano a forti cali degli affari tra le chiusure anticipate e i meno clienti che li raggiungeranno da qua a fine novembre. Palestre, piscine, società sportive idem. E tutto il mondo della cultura, cinema, teatri, compagnie e addetti ai lavori praticamente è fermo da marzo, e solo nelle ultime settimane stava timidamente tornando al lavoro. Questo nuovo lockdown (perchè per le categorie di cui sopra, si tratta di un lockdown) rischia di essere più pesante economicamente del primo: allora, si è riusciti a far fronte alle spese, agli affitti, alle bollette e ai mutui, oltre agli anticipi della cassa integrazione per i dipendenti, attingendo soprattutto dai propri risparmi prima che dagli aiuti del Governo, arrivati spesso in ritardo e insufficienti a coprire le spese. Ora però quei risparmi, ammesso che ce ne siano ancora, sono molto meno consistenti. E in chi in questi mesi ha investito migliaia di euro per i sistemi di sicurezza non c'è nemmeno più la voglia di stringere i denti per l'ennesimo sacrificio contro un'epidemia che sta evidenziando tutte le mancanze e i non fatti in primis delle istituzioni (dal trasporto pubblico al potenziamento del sistema sanitario).

Caparini: "Non si può chiedere di chiudere senza dare risorse"

Una situazione che l'assessore al Bilancio Davide Caparini ha ben chiara. "Non si può chiedere alle categorie che hanno investito una montagna di denaro per rispettare le norme anti Covid di chiudere i battenti senza prevedere le risorse per dipendenti, affitti, bollette e fornitori".

Spettacolo, cultura, intrattenimento: aiuti di Stato ricevuti in minima parte

"Pensiamo  – continua Caparini – a coloro che da marzo sono praticamente fermi. Al mondo dello spettacolo, cultura e intrattenimento. A loro sono stati promessi aiuti arrivati solo in minima parte. Com’è possibile pensare che possano sopravvivere per altri mesi in queste condizioni? Una cosa è chiedere il rispetto delle regole igienico sanitarie – rimarca – un’altra è punire interi settori già messi a dura prova dalla crisi semplicemente perché non si è in grado di meglio organizzare le cose".

Regione farà la sua parte

"Regione Lombardia farà la sua parte – prosegue l’assessore al Bilancio – ma noi non abbiamo una ‘macchinetta’ per fare soldi per erogare gli aiuti, quella ce l’ha solo lo Stato e si chiama poter fare debito. Stiamo lavorando per rastrellare tutte le risorse possibili per poi indirizzarle sui settori più colpiti, e fra questi, chi non ha ancora ricevuto dal governo il ristoro per mancati ricavi. Ovviamente fermo restando – conclude – il più ingente piano di investimenti in opere pubbliche che nessuna regione d’Europa può vantare, il Piano Lombardia da 3,5 miliardi".

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