Chiusura Gianetti, Licata (Pd): "Non sarà una triste verità isolata"
Il consigliere saronnese Licata dopo la chiusura improvvisa dello stabilimento di Ceriano: "Triste verità, e non sarà isolata dopo la fine del blocco dei licenziamenti"
La prima, probabilmente non l'unica. La doccia gelata della chiusura della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, comunicata nei giorni scorsi ai 152 dipendenti con una mail, riaccende la preoccupazione per la tenuta economica del territorio e soprattutto dei posti di lavoro dopo la fine del blocco dei licenziamenti. Il consigliere Pd di Saronno Giuseppe Licata: "O si sostiene l'occupazione o sarà una disfatta sociale storica".
Chiusura Gianetti "un pugno nello stomaco"
Tutti in ferie forzate, poi permessi retribuiti fino alla chiusura definitiva dello stabilimento. La comunicazione con una mail a fine turno diretta a tutti i 152 dipendenti della Gianetti Ruote, storica azienda di Ceriano Laghetto. A determinare la chiusura della Gianetti Fad Wheels (come si chiama dal 2019) i conti economici dell'azienda che oltre allo stabilimento di Ceriano ne ha uno a Carpendolo, Brescia, che ha chiuso il 2020 con circa 20 milioni di euro di ricavi in meno rispetto il 2019 (da 76,4 a 56,3) e con una perdita netta di 4,6 milioni (da una di 11,1 dell'anno precedente). Le difficoltà maggiori sul fronte liquidità netta, pari a 260mila euro a fine 2020 contro il circa milione di euro di fine 2019.
"E' una di quelle notizie che non vorresti mai sentire, una di quelle che ti arrivano come una doccia gelata, come un pugno nello stomaco - commenta il consigliere comunale saronnese del Partito Democratico Giuseppe Licata - Ma questa è purtroppo la triste verità e non sarà una verità isolata dopo la fine del blocco dei licenziamenti il 30 giugno".
"O si sostiene il lavoro o sarà una disfatta sociale storica"
"'152' (persone licenziate) è un numero che fa gelare il sangue ma che è destinato a non esaurirsi vista l'ecatombe produttiva causata dal covid.
O si si sostiene adesso l'occupazione, con ogni mezzo, o si sostiene adesso il lavoro o quella a cui assisteremo sarà una disfatta sociale storica - continua Licata - perché dietro ad un posto di lavoro che non c'è, c'è una famiglia che va in crisi e dei consumi che non ci sono più e che generano, a catena, produzione che cala.
Questo deve essere senza se e senza ma il primo punto nella agenda di ogni forza politica, di governo e non"