Cassa integrazione in deroga, Astuti: "Regione in grave ritardo, peggio solo Abruzzo, Molise e Sardegna"
Il consigliere Pd Astuti: "Da settimane chiediamo quali siano i problemi, non risponde nessuno. Lombardia tra le ultime regioni a presentare le domande all'INPS"
Regione ha inviato le domande all'INPS il 21 aprile, tra le ultime a farlo. Un ritardo che incide sui tempi di pagamento della cassa integrazione in deroga.
Cassa integrazione in deroga: 8mila domande inviate, 40 quelle soddisfatte
I lavoratori lombardi delle piccole e micro imprese, anche artigianali e del commercio, riceveranno la Cassa integrazione in Deroga dopo quelli di Veneto, Emilia Romagna, Lazio e molte altre, per via dei ritardi della Regione Lombardia nel trasferimento delle domande all’INPS. Il problema, senza fare il caso specifico, era stato accennato anche dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di domenica sera, durante l’illustrazione del Dpcm sulla Fase 2. La Regione infatti ha inviato le domande il 21 aprile, Veneto ed Emilia il 10, il Lazio il 2. Delle 8.009 domande inviate, ne sono andate in pagamento 40 per 63 lavoratori mentre in Veneto a fronte di 23.068 domande ne ha viste versare 1.887 per 3.676 persone.
Fanno peggio della Lombardia solo tre regioni: il Molise con 27 domande in pagamento, l’Abruzzo con 17, la Sardegna con 0.
"Questa volta nessuno può dare la colpa a Roma"
La Regione, come spiegato ieri dall'assessore all'Istruzione Melania Rizzoli, ha attivato un fondo e siglato una convenzione con gli istituti bancari per permettere l'anticipazione del pagamento ai lavoratori. Questo però rende il meccanismo non automatico ma su richiesta:
"Ci sono tantissimi lavoratori lombardi in cassa integrazione – spiega il consigliere regionale del PD Samuele Astuti - che per ottenere il sussidio deciso dal Governo devono andare in banca a chiedere che gli venga anticipato. E questa volta nessuno può dare la colpa a Roma, perché la responsabilità è della Regione, che sta tardando moltissimo a mandare le richieste all’INPS. Vedere la Regione Lombardia in fondo alla classifica, davanti solo ad Abruzzo, Molise e Sardegna, fa impressione. Quali sono i problemi? Lo chiediamo da settimane, ma non ci danno una risposta. Sappiamo che la procedura richiesta dalla Regione è molto complessa, farraginosa e onerosa per le aziende, ma nonostante questo i consulenti del lavoro hanno presentato più di 60mila domande. Evidentemente nessuno ha pensato di rinforzare un settore che deve affrontare una ondata impressionante di richieste. È un grave errore della Regione e lo stanno pagando i lavoratori lombardi".