Caso Hammond, Gianluigi Paragone fuori dalla ditta: "Padrone non può fare il c... che vuole, Governo faccia qualcosa"
Il senatore pronto a far pesare la sua presenza in un Senato che si regge su soli 4 voti: "O il Governo fa qualcosa o la prossima volta non sarò in aula"
Il senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone stamattina fuori dai cancelli della Hammond di Marnate: “Sono un gilet giallo, sono incazzato nero”.
Caso Hammond, Paragone al Governo: “Contiamo ancora qualcosa?”
Uno sfogo durissimo e un messaggio altrettanto chiaro lanciato al suo Governo, quello gialloverde, quello del cambiamento. Il senatore Gianluigi Paragone stamattina ha fatto visita fuori dai cancelli della Hammond Power Solutions di Marnate, la ditta di proprietà canadese che sotto Natale, a due ore dalla consegna dei panettoni, ha comunicato la sua chiusura e il conseguente licenziamento dei 40 dipendenti. “Un padrone canadese, padrone e anche criminale perchè è uno sta giocando sulla pelle lavoratori, che pensa di poter fare quel cazzo che vuole soltanto perchè è un padrone, una multinazionale canadese quotata in borsa – attacca Paragone – E allora io chiedo al governo, ma noi contiamo ancora qualcosa? Abbiamo deciso di essere come i gilet gialli. Siamo in grado di dire a questi padroni che il tempo della fabbrica e dei padroni è finito? Che non si può permettere a un padrone di premiare alle 14 i dipendenti dicendo ‘bravi avete fatto ottimi risultati in termini di produzione’, che aveva appena assunto a tempo indeterminato e che aveva detto a 2 operai di non andare dalla concorrenza, non si può permettergli di licenziare alle 16”.
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“O si fa qualcosa o al prossimo voto importante non sarò in aula”
Lo sfogo quindi non è solo verso la proprietà canadese dell’azienda. Anzi, è prima di tutto verso il suo Governo. “O facciamo quelli che a un certo punto esercitano potere vero, oppure al prossimo voto importante in aula io starò da parte lavoratori – continua Paragone – Mi metterò dove sfrattano case, licenziano lavoratori e non potrò essere in aula, e sarò veramente rappresentativo del popolo”. Una minaccia? Quale che sia, Paragone sa bene che dopo le ultime espulsioni tra le fila del Movimento 5 Stelle la maggioranza al Senato, cui lui appartiene, si regge su soli 4 voti. Chiaro, quindi, chi abbia ora il coltello dalla parte del manico. “Non possiamo consentire a questi padroni di fare quel cazzo che vogliono”.
“Carige non può finire come tutti i casi dei governi precedenti”
Il senatore poi tocca anche l’argomento scottante del giorno, il salvataggio di Banca Carige col decreto approvato ieri sera in pochi minuti. “Chiediamo a Bankitalia perchè non controlla mai. Carige non può finire come tutti i casi dei governi precedenti. E’ possibile che nessuno nel governo del cambiamento chieda conto a Bankitalia delle proprie responsabilità? Sono incazzato, sono un gilet giallo. Per evitare che mio governo faccia autogol, dimostriamo di essere forti, di essere governo del cambiamento vicini alla gente. Al mio governo chiedo: qui come va a finire? Cosa fa mio governo? E’ in grado di dare risposta a questi lavoratori o no?”.
Il messaggio lanciato su Facebook dal senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone:
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