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Brivio & Viganò, l’AD Mauro Brivio: «Il futuro è l’internazionalizzazione»

La storia di successo di un Gruppo nato fra Maresso e Triuggio e che oggi conta oltre 3mila collaboratori con headquarter a Pozzuolo Martesana

Brivio & Viganò, l’AD Mauro Brivio: «Il futuro è l’internazionalizzazione»
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A metà degli anni Settanta i camion erano soltanto due: oggi invece Brivio & Viganò può contare su oltre mille targhe, essendo diventato uno dei più importanti player italiani nel settore della distribuzione e della logistica integrata di prodotti alimentari. Ritornando alle origini, le figure chiave sono quelle di Luigi Brivio e Giovanni Viganò, rispettivamente originari di Maresso e di Triuggio: circa mezzo secolo fa, all’Ortomercato di Milano, i due fondatori entrarono in contatto con il responsabile della distribuzione del Gruppo Unes, che all’epoca contava otto punti vendita. Da quel momento prese il via una storia di successo, evolutasi nel corso dei decenni di pari passo con la fase di sviluppo della Grande Distribuzione Organizzata e che ha portato l'azienda ad essere un punto di riferimento attivo in tutta la nostra penisola e persino in Spagna. Al vertice del Gruppo che nel 2023 ha fatturato 280 milioni di euro ci sono la famiglia Brivio, nelle figure di Mauro e Stefano, e la famiglia Viganò, con Alessandro e Giovanni. Ed è con Mauro Brivio, Amministratore Delegato, che abbiamo ripercorso le tappe dell’impresa.

Come è nata questa straordinaria avventura imprenditoriale?

Mio padre, Luigi Brivio, e Giovanni Viganò erano due padroncini: il loro lavoro, in gergo milanese, era quello del “caratore”, usato per indicare colui che aveva un camion di proprietà e si recava all’Ortomercato, dove c’erano persone che avevano bisogno di trasportare la frutta in città, al negozio o al supermercato. Papà venne poi contattato dal responsabile della distribuzione del Gruppo Unes: stavano cercando qualcuno che si occupasse di questa operazione e, dopo un consulto con Giovanni, accettarono la proposta.

Si arriva così al 1980, anno in cui è stata fondata la Brivio & Viganò.

La mia famiglia era residente a Maresso di Missaglia e proprio lì era stata posta la prima sede della società, a casa nostra. Al momento della fondazione c’erano 4 camion e, oltre a Luigi e Giovanni, erano presenti due autisti poi divenuti “storici”, uno originario di Maresso e l'altro proveniente dal Casatese. La nostra azienda cresceva seguendo lo sviluppo dei supermercati Unes e negli anni Novanta si potevano contare una trentina i mezzi. Inoltre, verso la metà del decennio, era stata completata la costruzione di un capannone di 2mila metri quadrati a Missaglia, con l’intento di parcheggiarvi i camion: all’epoca questa idea era vista come una caratteristica di estrema qualità.

La prima metà degli anni Novanta porta però importanti cambiamenti.

Mio padre ha ricevuto una bruttissima notizia: si era ammalato di tumore e nell’Agosto 1994 purtroppo ci ha lasciato. Giovanni è sempre stato un uomo da campo, impegnato nella gestione degli autisti, mentre papà Luigi era più organizzativo e amministrativo. Di conseguenza mio fratello Stefano si è fatto carico di molte responsabilità, prendendo la parte di nostro padre, mentre io, più giovane, ero presente ma inizialmente solo come autista. Tuttavia, entrambi sentivamo l’onere di gestire i nostri 30 autisti e mandare avanti l’impresa era una nostra diretta responsabilità.

L’apertura al lavoro per terzi ha segnato una nuova era per l’azienda?

Assolutamente sì, per i primi 15 anni abbiamo lavorato secondo una logica mono-cliente. Non avevamo ancora fatto nostro il cambio di paradigma che si stava prospettando, ossia l’apertura a un pacchetto di committenti più vario. La spinta è arrivata in primis dal nostro unico cliente, poi dalla nostra volontà di provare ad aprirci al mercato. Il cambio di mentalità, e quindi di business, porta sempre delle difficoltà iniziali e quindi nuove sfide da affrontare, ma questo ci ha permesso di crescere, sia come azienda in senso stretto sia come fornitore di servizi. E la competizione, quella sana, è sempre fonte di miglioramento.

In parallelo Brivio & Viganò sceglie di realizzare a Usmate un nuovo capannone.

Parliamo di una struttura di 5mila metri quadrati, strategicamente più vicina a Milano: a Missaglia non c’era più spazio e inoltre il trasferimento permetteva di risparmiare strada, quindi tempo e benzina, oltre che ottenere un beneficio in termini di sicurezza. Così, nel 2003 eccoci a Usmate: sembrava a tutti di andare lontano, ma in realtà ci siamo spostati solo di 7-8 chilometri… Poi il tutto è stato ulteriormente ampliato, fino ad arrivare ai 10mila metri quadrati attuali.

Che cosa significa invece la costruzione del nuovo headquarter di Pozzuolo Martesana?

Questo polo di 30mila metri quadrati è stato fortemente voluto per sviluppare il business, non per parcheggiare i camion come era stato per il capannone di Missaglia. Nel corso degli anni c’è stato un cambiamento della prospettiva. Il magazzino è partito nel 2018 ma il trasferimento totale si è completato tra il 2020 e il 2021, spostando qui tante persone provenienti dall’area del Meratese, del Caratese e ovviamente da Usmate. E gli investimenti continuano: per l’inizio del 2025 avremo a disposizione una nuova officina di 5mila metri quadrati a Vignate, su un’area che complessivamente ne conta 15mila.

Guardiamo ora al futuro: che cosa vede se guarda avanti?

L’internazionalizzazione è il nostro futuro, l’obiettivo è approcciare anche ai mercati esteri. In Spagna ci siamo riusciti, ora vogliamo farlo con altre attività, non soltanto nel settore della GDO. Non solo: per noi oggi è doveroso guardare allo strumento dell’apertura del capitale. Spendiamo 20 milioni di euro all’anno per il rinnovamento del parco mezzi, effettuiamo investimenti in officina nell’ordine di 10 milioni di euro e complessivamente in programma ci sono altri 30 milioni di investimenti. La nostra è un’azienda solida, con un flusso finanziario stabile e perciò non possiamo non approfondire il M&A, uno degli elementi fondamentali della finanza.

Non solo innovazione: quali sono i valori chiave per un’azienda di trasporti e logistica?

Di certo l’innovazione è un nostro punto di forza, come lo è l’organizzazione. La nostra azienda ha caratteristiche che vogliamo sempre migliorare, consci che i valori siano importantissimi. Penso alla legalità, ma anche alla continuità: è un nostro obiettivo, ovvero andare avanti per molti anni. Inoltre, non va scordato che siamo stati tra i primi a dotarci del bilancio di sostenibilità. Cerchiamo di differenziarci tramite la qualità: siamo convinti che mezzi e persone siano nostri asset, perciò vogliamo favorire una certa attenzione, sviluppare un senso di appartenenza sempre maggiore. Chi lavora con noi rappresenta il collaboratore senza cui non potremmo percorrere la nostra strada, ed è la risorsa più importante di tutte.

Oggi si parla tanto di sostenibilità: è un tema che sta a cuore anche a lei?

Sono convinto che la sostenibilità abbia tre gambe: economica, sociale e ambientale. Brivio & Viganò le persegue tutte e tre, in un modo molto alto e sotto tutti i punti di vista. Penso quindi al livello di sostenibilità altissima raggiunto da mezzi e magazzini, con motori di ultima generazione e impianti fotovoltaici e di trigenerazione (come quello presente a Pozzuolo Martesana). Naturalmente sono tutte legate fra di loro e vanno coniugate con intelligenza: per esempio non è possibile correre a testa bassa alla ricerca della sostenibilità ambientale senza considerare quella economica.

Concludiamo dando un po’ di numeri. Oggi la Brivio & Viganò rappresenta senza dubbio un “campione” di altissimo livello: in Italia la proprietà è interamente delle due famiglie Brivio e Viganò, mentre la società spagnola è controllata all'80% dalla B. & V. Holding. Nel 2023 il Gruppo ha conseguito un fatturato di 280 milioni, vanta oltre 1.000 targhe di proprietà, suddivise in circa 700 trainanti e 400 di rimorchio, a cui vanno aggiunti altri 400 vettori terzi, che lavorano per il Gruppo in modo continuativo. Complessivamente siamo di fronte ad una realtà che dà lavoro a 3mila collaboratori in Italia provenienti da più di 60 nazioni, con 500 autisti di veicoli pesanti, 200 di quelli leggeri, 150 impiegati, oltre a 100 tra responsabili operativi per le piattaforme, e poi magazzinieri e altre figure professionali. Naturalmente l’azienda non ha sede solo a Pozzuolo Martesana e Usmate: a disposizione, tutti di proprietà, ci sono infatti un magazzino a Pomezia, a Sud di Roma, che guarda al Centro-Sud Italia; una piattaforma all’interno dell’Ortomercato di Milano; altri due depositi in Piemonte, a Biandrate e Nichelino; uno a Pieve Emanuele; altri ancora a Barcellona, Madrid e Siviglia. In progetto c’è un altro magazzino nel Bresciano per le aziende del settore Ho.Re.Ca. Inoltre, Brivio & Viganò lavora in altri 40 magazzini di clienti, a cui vanno sommati una dozzina di siti terzi per logistica e trasporto riferiti all’e-commerce. E a proposito di Spagna: la controllata spagnola lo scorso anno ha fatturato 40 milioni di euro, con circa 100 dipendenti.

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L'headquarter di Pozzuolo Martesana

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Una foto d’epoca: da sinistra troviamo Stefano Brivio, Giovanni Viganò e Mauro Brivio

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