"Suicidio occidentale": Federico Rampini ospite in Frera
Nell'ambito del Festival "Mulini letterari" l'editorialista del Corriere della Sera presenterà il suo ultimo libro lunedì 23 maggio alle 21.
Lunedì 23 maggio alle 21 la Biblioteca Frera ospiterà l'incontro con Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera e autore del libro "Suicidio occidentale", edito da Mondadori (2022). Nel libro descrive in un'analisi mondiale la situazione critica e preoccupante che stiamo vivendo e che abbiamo visto nascere il 24 febbraio tra Russia e Ucraina.
Rampini in Frera nell'ambito del festival Mulini Letterari
L'incontro si svolge nell'ambito del festival "Mulini Letterari", che quest'anno è alla sua seconda edizione. Si tratta di un festival che unisce idealmente le 46 amministrazioni del Sistema Bibliotecario attraverso eventi di promozione della lettura e delle biblioteche diffusi sul territorio. Il tema che accompagnerà gli eventi nel 2022 sarà "confini"(per rimanere informati www.muliniletterari.com). E' gradita la prenotazione su C'é Posto/Biblioteca Frera. Ingresso fino ad esaurimento posti con mascherina FFP2.
"Suicidio occidentale" : l'analisi della situazione mondiale nel libro di Rampini
Una sconfitta culturale prima che politica: è il messaggio lanciato col nuovo libro di Rampini ( edito da Mondadori) in cui l'autore riflette sulla crisi in corso negli Stati Uniti, sullo spettro del declino dell'Occidente e sull’attacco alla democrazia di cui la guerra contro l'Ucraina da parte della Russia è un messaggio inequivocabile.
La tesi di Suicidio occidentale è chiara: l'attacco dell'Oriente verso l'Occidente è colpa nostra perché abbiamo perso i nostri valori. Ancora una volta, e dopo il successo di Fermare Pechino, Federico Rampini esplora il disastro in corso, avvertendoci delle possibili conseguenze.
"Se un attacco nel cuore dell’Europa ci ha colto impreparati, è perché eravamo impegnati nella nostra autodistruzione. - nella presentazione di Mondadori sul Suicidio occidentale - Il disarmo strategico dell’Occidente era stato preceduto per anni da un disarmo culturale. L’ideologia dominante, quella che le élite diffondono nelle università, nei media, nella cultura di massa e nello spettacolo, ci impone di demolire ogni autostima, colpevolizzarci, flagellarci. Secondo questa dittatura ideologica non abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove generazioni, abbiamo solo crimini da espiare. Questo è il suicidio occidentale. L’aggressione di Putin all’Ucraina, spalleggiato da Xi Jinping, è anche la conseguenza di questo: gli autocrati delle nuove potenze imperiali sanno che ci sabotiamo da soli. Sta già accadendo in America, culla di un esperimento estremo. Questo pamphlet è una guida per esplorare il disastro in corso; è un avvertimento e un allarme. Gli europei stentano ancora a capire tutti gli eccessi degli Stati Uniti, eppure il contagio del Vecchio continente è già cominciato. Nelle università domina una censura feroce contro chi non aderisce al pensiero politically correct, si allunga la lista di personalità silenziate, cacciate, licenziate. Solo le minoranze etniche e sessuali hanno diritti da far valere; e nessun dovere. L’ambientalismo estremo, religione neopagana del nostro tempo, demonizza il progresso economico e predica un futuro di sacrifici dolorosi oppure l’Apocalisse imminente.
I giovani schiavizzati dai social sono manipolati dai miliardari del capitalismo digitale. L’establishment radical chic si purifica con la catarsi del politicamente corretto. È il modo per cancellare le proprie responsabilità: quell’alleanza fra il capitalismo finanziario e Big Tech pianificò una globalizzazione che ha sventrato la classe operaia e impoverito il ceto medio, creando eserciti di decaduti. Ora quel mondo impunito si allea con le élite intellettuali abbracciando la crociata per le minoranze e per l’ambiente. La questione sociale viene cancellata. Non ci sono più ingiustizie di massa nell’accesso alla ricchezza. C’è solo «un pianeta da salvare», e un mosaico di identità etniche o sessuali da eccitare perché rivendichino risarcimenti. In America questo è il Vangelo delle multinazionali, a Hollywood e tra le celebrity milionarie dello sport. In Europa il conformismo ha il volto seducente di Greta Thunberg e Carola Rackete. Le frange radicali non hanno bisogno di un consenso di massa; hanno imparato a sedurre l’establishment, a fare incetta di cattedre universitarie, a occupare i media. Possono imporre dall’alto un nuovo sistema di valori. La maggioranza di noi subisce quel che sta accadendo: non abbiamo acconsentito al suicidio".
Libri, esperienze e impegni di Rampini, oggi editorialista del «Corriere della Sera»
Federico Rampini, editorialista del «Corriere della Sera», è stato vicedirettore del «Sole 24 Ore», editorialista, inviato e corrispondente de «la Repubblica» a Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino e New York. Ha insegnato alle università di Berkeley, Shanghai, e alla Sda Bocconi. È membro del Council on Foreign Relations, il più importante think tank americano di relazioni internazionali. Ha pubblicato più di venti saggi di successo, molti tradotti in altre lingue come i bestseller Il secolo cinese (Mondadori 2005) e L’impero di Cindia (Mondadori 2006). Tra i suoi libri più recenti, Quando inizia la nostra storia (Mondadori 2018), La seconda guerra fredda (Mondadori 2019), Oriente e Occidente (Einaudi 2020), I cantieri della storia (Mondadori 2020) e Fermare Pechino (Mondadori 2021). Ha prodotto e interpretato vari spettacoli teatrali, tra cui Trump Blues con suo figlio Jacopo, attore.