Sarà presentato domani, domenica 21 dicembre, nella sede dell’Arma Aeronautica al piano superiore del Municipio di Tradate il libro “Il Volo Fatale” dell’ingegner Maria Vittoria Coletto, che racconta il tragico incidente aereo avvenuto in via XXV Aprile nel 1925.
La tragedia dimenticata: il “Volo Fatale” del sergente Cattaneo
“Questa è la vicenda di un audace pioniere dell’aviazione, Carlo Giuseppe Cattaneo, perito in un incidente aviatorio nei cieli di Tradate il 16 luglio 1925”.
E’ con queste parole che l’ingegner Maria Vittoria Coletto apre il cassetto della storia della città, svelandone una pagina dimenticata e che rischiava di andare perduta: una pagina che racconta del “Volo Fatale” del pilota sergente Cattaneo, originario di Tradate, e del sergente maggiore Mario Pini, di Orvieto, al suo primo volo.
L’incidente
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L’incidente avvenne in via XXV Aprile, laterale dell’attuale piazza Mazzini e dal Municipio, intorno alle 17.30 del 16 luglio di cent’anni fa. L’aereo, un Ansaldo 300/4 dell’Aeronautica, decollato dal campo d’aviazione di Cinisello, dopo aver sorvolato Lonate Ceppino, giunto sui cieli della piazza e dopo aver compiuto alcune evoluzioni, sfiorando piante e torre dell’orologio svettante sul palazzo comunale, finì contro l’angolo della palazzina al civico 7 precipitando sul sottostante tetto dell’officina dei Fratelli Castelli, di cui un contitolare era il nonno dell’autrice.
I due piloti trovarono lì la morte ma sarebbe potuta essere una tragedia ancora più grave.
“Il fratello di mio nonno Agostino, Luigi Castelli, – racconta Coletto – si trovava in Municipio per un impegno istituzionale essendo vicepodestà dell’ingegner Paolo Bernacchi; il nonno invece operava nella parte di officina accede a via Carlo De Simoni e i circa 20 operai che lavoravano nella stessa erano usciti perché non molto prima c’era stato un black-out”.
L’ultimo saluto alla mamma
Cosa successe?
“Quel volo doveva essere il saluto alla sua amata mamma, perchè da lì a pochi giorni Cattaneo sarebbe dovuto tornare a Torino – ricostruisce Coletto – Con l’ultima manovra, però, si era abbassato troppo di quota, finendo contro lo spigolo della palazzina. L’impatto fu tanto violento che il motore finì nel cortile dietro l’attuale gioielleria Crosta”.
Un viaggio nella Tradate di un secolo fa

Nel suo libro, frutto di oltre un anno e mezzo di lavoro e ricerche, Coletto non si limita a raccontare quel fatto di cronaca, ma lo contestualizza nella vita sociale di allora che indusse le famiglie, vista la tragicità dell’evento, a rimuoverlo dalla memoria.
“Mia mamma me ne avrà accennato, in maniera molto sommessa e succinta, forse tre volte in tutta la sua vita – continua Coletto – Le ricerche non furono facili e iniziarono sulle tracce di Giuseppe Imperiali, operaio dell’officina che venne avvolto dalle fiamme e fu salvato da Luigi, fratello di mio nonno, che accorse sentendo lo schianto, ustionandosi a sua volta. I due feriti vennero affidati alle cure dei dottori Livraga e Inzoli all’ospedale Galmarini. In questa ricerca Renato Imperiali, storico locale, sebbene non fosse un suo diretto discendente, è stato di grandissimo aiuto”.
Poi spazio alla ricerca d’archivio, da quello del Municipio a quelli della Cronaca Prealpina, della Concordia e fino a quelli dell’Aeronautica Militare. Con gradualità e costanza, Coletto è riuscita a ricomporre il puzzle della storia, ricostruendo anche uno spaccato importante sulla Tradate di cent’anni fa.
“Ho scritto questo libro per il desiderio di far riaffiorare la memoria di una storia dimenticata, di commemorare due brevi vite vissute in un contesto di nascente modernità dove l’aeroplano rappresentava la possibilità di ‘sollevarsi’ dai propri problemi immaginando un futuro migliore – prosegue – Cattaneo era un pioniere, pilota in un’epoca in cui gli aerei erano fatti di legno e tela con un motore attaccato con quattro bulloni. Aveva tre passioni: la mamma, l’oratorio e l’aviazione. E quest’ultima, gli costò la vita”.