Quattro studenti dell'Università dell'Insubria in diretta dall'Alaska
Cosa fanno quattro studenti dell’Università dell’Insubria al Polo Nord, nella base artica di Toolik?
Appuntamento mercoledì 27 settembre all'università dell'Insubria di Varese per dialogare in diretta con tre studenti che si trovano in Alaska per studiare il cambiamento climatico.
Quattro studenti in Alaska per studiare il cambiamento climatico
Cosa fanno quattro studenti dell’Università dell’Insubria al Polo Nord, nella base artica di Toolik? Come vivono? Come vedono, da vicino, gli effetti del cambiamento climatico e il permafrost? Saranno loro stessi a raccontarlo mercoledì 27 settembre alle ore 19 italiane, 9 del mattino in Alaska, durante la conferenza aperta al pubblico «A window on the climate change in polar areas» nell’Aula magna Granero-Porati del Padiglione Lanzavecchia, in via Dunant 3 a Varese, e in diretta Youtube.
L’iniziativa – che rientra anche programma della Notte dei ricercatori – nasce nell’ambito del progetto Polar Insubria, coordinato dai professori Mauro Guglielmin, direttore del Centro di ricerca sui Cambiamenti climatici, e Nicoletta Cannone, presidente dei corsi di laurea in Scienze dell’ambiente e della natura e di Scienze ambientali, entrambi afferenti al Dista, Dipartimento di Scienze teoriche e applicate, e da vent’anni impegnati sulle tematiche del cambiamento climatico con esperienze sul campo sia al Polo Sud che al Polo Nord.
Come spiega il professor Guglielmin,
«Il permafrost, e in particolare lo strato attivo, che è la sua porzione più superficiale che si scongela temporaneamente durante l’estate, influenza sia la vegetazione sovrastante, cambiandone il drenaggio del suolo e la temperatura e favorendo così alcune specie a spese di altre, sia l’emissione di metano (Ch4) e anidride carbonica (Co2). D’altro canto, la vegetazione influenza sia l’accumulo nevoso in inverno sia la temperatura del suolo in estate e quindi influisce sulla dinamica dello strato attivo».
Lo studio del cambiamento climatico
Polar Insubria è l’evoluzione del progetto Insubria-Antar, che era stato selezionato nel 2019 dal Ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca per un finanziamento di 90mila euro destinato alla realizzazione di una sede al Polo Sud, in Cile. Ma problematiche legislative hanno fatto optare per un’area di ricerca diversa, al Polo Nord: la prima base presa in considerazione in Artide era stata Barrow, poi la scelta si è concretizzata su Toolik, sede ospitante per i primi due anni dei tre previsti. Il progetto è finanziato dai 90mila euro ministeriali e da fondi di ateneo, in modo da sostenere quasi per intero le spese di trasporto e permanenza degli studenti e dei coordinatori: in tutto 445mila euro in tre anni.
La base di Toolik è di proprietà dell’Università dell’Alaska (Uaf), che ha sede a Fairbanks e con la quale l’Insubria ha siglato un Memorandum of understanding (Mou) durante una visita istituzionale avvenuta lo scorso settembre, quando nove studenti avevano avuto la possibilità di entrare nell’unico tunnel scavato nel permafrost. L’accordo tra i due atenei è volto a facilitare la mobilità verso il Polo Nord attraverso i bandi Erasmus, Marie Curie e Usa-Italia dello scambio di docenti, dottorandi e studenti sulle tematiche del cambiamento climatico.
A otto ore di viaggio da Fairbanks, Toolik è aperta tutto l’anno e ospita stabilmente circa cento ricercatori e scienziati di tutto il mondo; all’Insubria – che al momento è l’unica rappresentanza europea presente nella base – sono riservati sei posti letto, un laboratorio e l’uso degli spazi comuni.
I primi “insubrici”, scelti per esperienza e merito per partire per il Polo Nord, tra aprile e novembre, sono: i dottorandi Silvia Picone (Scienze polari), Vasudha Chaturvedi e Chiara Casiraghi (Sviluppo sostenibile e cambiamento climatico), Lorenzo Tonin (Biotecnologia) e Ilaria Bonfanti (Scienze chimiche e ambientali), gli studenti magistrali Francesco Grifoni e Filippo Caccia, entrambi di Scienze ambientali, curriculum Cambiamento climatico. I professori Cannone e Guglielmin sono stati presenti in luglio e hanno avviato i monitoraggi delle emissioni di metano e anidride carbonica e del permafrost, a cui si sono aggiunti i monitoraggi termici con il drone gestiti da un team americano con il supporto di Stefano Ponti, ricercatore dell’Insubria, e svolti da personale dell’Università dell’Alaska. Le prossime partenze da Varese e Como per Fairbanks e poi Toolik sono in programma tra aprile e novembre 2024.
La serata di confronto e dialogo
La serata del 27 settembre si apre con i saluti del rettore Angelo Tagliabue e del rettore dell’Università dell’Alaska Daniel M. White, del delegato all’internazionalizzazione Giorgio Zamperetti e del direttore generale Marco Cavallotti. Interviene poi Syndonia Brett-Harte, point of contact del Mou, per parlare di «Toolik field station and cooperation with Insubria University», mentre sarà Mauro Guglielmin a descrivere nei dettagli il «Polar Insubria Project». Segue la proiezione di un video di Amanda Young sulla stazione di Toolik.
Il momento live da Toolik è in programma alle 20.15, le 10.15 in Artide, e si può seguire in diretta Youtube al link https://www.youtube.com/watch?v=S0Ba6nKmrCM: a raccontare la vita alla base e la loro entusiasmante esperienza scientifica saranno Chiara Casiraghi, Lorenzo Tonin, Filippo Caccia e Vasudha Chaturvedi.
«Insubria research on climate change in polar areas» è il tema affrontato da Nicoletta Cannone e Mauro Guglielmin, cui seguono gli interventi dell’ambasciatore italiano in Usa Maurizio Biasini e di Florent Bernard, consigliere per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea negli Stati Uniti.