«È un sito meraviglioso che unisce l’identità, la nostra storia, la cultura e la natura». Giacomo Basaglia Cosentino, Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, descrive così il Monte San Giorgio di Varese, uno dei più importanti giacimenti fossili del Triassico al mondo, riconosciuto patrimonio UNESCO nel 2010.
Un luogo che rappresenta un’eccezionale testimonianza della vita marina di 240 milioni di anni fa e che oggi costituisce un punto di riferimento internazionale per la ricerca paleontologica, oltre che una straordinaria opportunità di valorizzazione turistica e culturale per il territorio varesino.
Un po’ di storia
Il Monte San Giorgio si erge tra Italia e Svizzera, sulle sponde del Lago di Lugano. La parte italiana, che comprende i Comuni di Besano, Porto Ceresio, Viggiù, Saltrio e Clivio, custodisce un tesoro paleontologico unico. Durante il periodo Triassico Medio, circa 240 milioni di anni fa, quest’area era occupata da una laguna tropicale poco profonda, circondata da scogliere coralline e isole. Le condizioni particolari di sedimentazione hanno permesso una conservazione eccezionale dei resti fossili.
Nei giacimenti sono stati ritrovati migliaia di esemplari fossili, tra cui rettili marini, pesci, invertebrati e piante. La qualità della conservazione è straordinaria: spesso vengono rinvenuti fossili completi e articolati, con tessuti molli ancora visibili. Tra i reperti più celebri ittiosauri, notosauri e placodonti, rettili marini che dominarono questi mari preistorici.

Il contributo di Regione
Regione Lombardia ha investito significativamente nella valorizzazione di questo patrimonio. «Come Regione abbiamo finanziato molteplici interventi che vanno dalla valorizzazione, alla riqualificazione dei sentieri per renderli fruibili a tutti» spiega Cosentino, sottolineando l’attenzione alla accessibilità del sito. Tra gli interventi più significativi spicca la riapertura del museo dei fossili che è a Besano, punto di riferimento per la conoscenza del territorio e dei suoi tesori paleontologici. Ma il progetto più ambizioso riguarda le antiche miniere: «Abbiamo finanziato, con più di 200mila euro, grazie all’Assessore Giorgio Maione e all’assessorato all’Ambiente, la riapertura delle miniere, quindi dei luoghi storici meravigliosi dove si va a ripercorrere un po’ la storia dei nostri luoghi».
Le miniere rappresentano infatti i luoghi dove sono cominciate le prime campagne di scavo, nella seconda metà dell’Ottocento, sul lato italiano del monte, ad opera del Museo civico di storia naturale di Milano e della Società Italiana di Scienze Naturali.

Non solo il Monte San Giorgio
Il Monte San Giorgio si inserisce in un contesto territoriale di eccezionale valore culturale. «Per noi sicuramente il Monte San Giorgio è un volano di cultura, turismo, natura e storia» afferma Cosentino, ricordando che Varese ha quattro siti UNESCO: oltre al Monte San Giorgio, il Sacro Monte di Varese, l’Isolino Virginia con il suo sito palafitticolo e il complesso archeologico di Castelseprio con il Monastero di Torba. «La provincia che ha più siti UNESCO in Lombardia» sottolinea con orgoglio il Vice Presidente, evidenziando come «sono dei siti che hanno un valore particolare per il territorio e per tutta la nostra regione».
