Il 4 e 5 dicembre l’Università dell’Insubria ospita un appuntamento internazionale dedicato a una ferita storica che continua a interrogare il presente. Il convegno dal titolo «Le Syndrome Algérien. Enjeux littéraires, mémoriels et politiques d’un passé qui ne passe pas» intende indagare la difficile eredità del passato coloniale francese in Algeria, con una parola presa in prestito dal vocabolario medico per descrivere il trauma collettivo lasciato dalla guerra d’Algeria (1954-1962).
Convegno internazionale all’Insubria sulla Syndrome Algerien
Le due giornate, interamente in lingua francese, si svolgeranno a Varese: giovedì 4 dicembre nell’Aula Magna di via Ravasi e venerdì 5 dicembre nella sala Risorgimento di Villa Mirabello, entrambe dalle 9 alle 18 e aperte al pubblico interessato. Riuniranno una ventina di ricercatrici e ricercatori provenienti da Italia, Francia, Polonia e Algeria. L’iniziativa è organizzata dal professor Fabio Libasci del Disuit, il Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio dell’Università dell’Insubria, e dalla professoressa Barbara Sommovigo dell’Università di Pisa. Per i saluti istituzionali all’Insubria interverranno la delegata all’Internazionalizzazione Barbara Pozzo, la direttrice del Disuit Paola Biavaschi e Giulio Facchetti, direttore della Scuola di dottorato.
«Queste due giornate intendono esplorare le memorie letterarie e storiche che continuano ad agitare il presente dei due paesi – spiega Fabio Libasci –. Il passato coloniale e la difficile elaborazione della guerra d’indipendenza algerina assomigliano per certi versi a dei fantasmi che continuano ad infestare il presente dei due paesi, rendendo di fatto ancora oggi le relazioni sempre tese e polemiche. I diversi panel proveranno quindi a indagare la persistenza del passato nella letteratura franco-algerina di lingua francese, il peso del trauma della guerra d’indipendenza e più tardi della guerra civile che ha infiammato l’Algeria negli anni ’90, dalla “décennie noire” agli spettri postcoloniali, dalle voci femminili ai romanzi noir. Molto spazio sarà dato alla letteratura scritta dalle donne – Assia Djebar e Maïssa Bey su tutte – e al recente e polemico Premio Goncourt 2024, Kamel Daoud».
Tra gli ospiti si segnalano: Catherine Brun dell’Université Paris 3 Sorbonne-Nouvelle, Andrea Brazzoduro dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale e Lina Leyla Abdelaziz dell’Università di Batna 2.