Asteroidi carboniosi: il Gat ne svela i misteri

Il presidente Cesare Guaita ne parlerà nella serata di lunedì 4 marzo alle 21 in villa Truffini a Tradate.

Asteroidi carboniosi: il Gat ne svela i misteri
Pubblicato:
Aggiornato:

“Svelati i primi misteri degli asteroidi carboniosi” ne palerà il presidente del Gat, Cesare Guaita nella conferenza di lunedì 4 marzo a Tradate.

Il Gat svela i misteri degli asteroidi carboniosi

 

Poco dopo la mezzanotte (ora italiana) del 22 febbraio, a 340 milioni di km dalla Terra si è  realizzato uno degli  eventi spaziali più importanti ed emozionanti di sempre. Merito della sonda giapponese Hayabusa-2 che è riuscita nella difficilissima impresa di prelevare un campione dalla superficie del misterioso asteroide Ryugu, sparandogli contro un proiettile di 5 g di Tantalio ed aspirando il ‘polverone’ sollevatosi.  La navicella aveva raggiunto Ryugu il 27 giugno 2018, scoprendo  che  si tratta di un oggetto ricoperto di acqua e Carbonio e dotato di una superficie  completamente  ricoperta di grossi massi:  in pratica una specie di scurissimo mucchio di sassi, formatosi per  disgregazione e riaggregazione  di un oggetto molto più antico. Sarà questo il suggestivo filo conduttore della serata programmata dal Gat, Gruppo Astronomico Tradatese, per lunedì 4 Marzo alle 21 in Villa Truffini. Il dottor Cesare Guaita, presidente del Gat, parlerà infatti sul tema: “ Svelati i primi misteri degli asteroidi carboniosi”.

 Ecco i risultati

“Verranno presentati i primi risultati di due fenomenali macchine spaziali (una giapponese e una americana) in piena attività attorno a due asteroidi ricchi di Carbonio, Bennu ( raggiunto il 3 Dicembre 2018, dalla sonda USA Osiris-REX) e Ryugu ( raggiunto il 27 giugno 2018 dalla navicella giapponese Hyabysa-2).  – spiega Guaita – Si tratta di due piccoli oggetti potenzialmente pericolosi, dal momento che le loro orbite, pur essendo molto diverse, sfiorano entrambe quella della Terra. Osservati da vicino, Bennu e Ryugu,  si sono mostrati incredibilmente simili sia per quanto riguarda il loro aspetto morfologico (entrambi sono ‘mucchi di sassi’ prodotti dall’ aggregazione dei frammenti di un impatto su un corpo maggiore) sia dal punto di vista compositivo (i primi spettri indicano la presenza di acqua e polimeri carboniosi).
Nel caso di Ryugu, dalla nave madre Hayabusa-2 sono stati sganciate delle capsule (Minerva il 21 settembre 2018 e Mascot il 3 ottobre 2018) che sono discese sulla superficie inviandoci immagini e dati superficiali di incredibile suggestione ed importanza scientifica: una prima assoluta per la scienza umana. – continua Guaita – Sia da Bennu che da Ryugu verranno prelevati campioni da portare a Terra nei prossimi anni con una procedura a dir poco fantascientifica. Nel caso di Hayabusa-2, come si accennava all’inizio,  il primo prelievo è stato  tentato  con successo lo scorso 22 Febbraio. Ma Hayabusa-2  dovrà effettuare un lavoro ancora più impegnativo nei prossimi mesi. Dovrà infatti effettuare un secondo prelievo superficiale e poi, soprattutto, un terzo prelievo di materiale profonso (quindi primordiale) dopo aver scavato un cratere di un paio di metri con un proiettile di Rame di 2,5 kg. Il tutto nell’ottica di riportare a Terra il preziosissimo triplo carico nel dicembre 2020. Altrettanto complicate le operazioni della navicella americana Osiris-REX  nei riguardi dell’asteroide Bennu: anche da qui, infatti, il prossimo anno,  verrà prelevato  un consistente campione ( 1-2 kg) che verrà poi riportato a Terra  nel settembre 2023. Nella speranza che  le analisi dirette delle molecole carboniose sia di Ryugu che di Bennu,  ci forniscano informazioni  decisive per capire come è arrivato, sulla Terra, il Carbonio che ha dato origine alla vita”.

 

Seguici sui nostri canali