Violenza sessuale contro minori: in manette quattro persone una anche a Cislago
Nel corso dell’attività svolta è emerso, che i giovani abbiano posto in essere anche attività diretta all’individuazione di altre possibili vittime
Sono quattro le persone legate alla 'Ndrangheta che sono state arrestate dalla Polizia di Stato per violenza sessuale nei confronti di due ragazze minorenni.
Violenza sessuale sue 2 minorenni: quattro arresti
La polizia di Stato di Palmi ha eseguito questa mattina a Seminara (RC), Preganziol (TV), Cislago (VA) e Desio (MB), la misura della custodia cautelare in carcere per tre soggetti e la misura degli arresti domiciliari per un soggetto, indiziati, allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari e fatte salve diverse valutazioni nelle fasi successive, del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di due minorenni originarie della Piana di Gioia Tauro.
La misura cautelare è stata emessa lo scorso 31 ottobre dal gip presso il Tribunale di Palmi, su richiesta della Procura, diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti. Hanno partecipato all’operazione anche personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dei Commissariati Distaccati di Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Polistena, Cittanova e Taurianova, delle Squadre Mobili di Treviso, Varese e Monza Brianza, e con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno, Rende e Vibo Valentia.
Giovani legati alla ‘ndrangheta
L’attività info investigativa, svolta anche grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha portato a ritenere che i tre giovani, tutti legati da parentela a vari esponenti di vertice di cosche di ‘ndrangheta, ed altro soggetto, legato da vincoli di parentela ad un amministratore locale, abbiano compiuto violenze sessuali di gruppo ai danni delle due ragazze minorenni, reiterate nei confronti di una delle vittime ed almeno in un’occasione nei confronti dell’altra, avvenute tra l’estate 2022 ed il corrente anno.
Nel corso dell’attività svolta è emerso, che i giovani hanno posto in essere anche attività diretta all’individuazione di altre possibili vittime. Contestualmente all’esecuzione delle quattro misure cautelari, il personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione a 16 decreti di perquisizione personale e domiciliare a carico di 16 indagati per il medesimo reato in concorso tra loro, di cui 4 minorenni, durante i quali sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici, informatici e di telefonia mobile.
Il Garante: «Raccapricciante»
«Il termine usato dal procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti, è più che mai aderente al sentimento generato dalla violenza sui minori: raccapricciante. E chi ogni giorno è in trincea per farlo capire all’opinione pubblica lo sa benissimo». E’ quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, in relazione agli arresti della Polizia di Stato per violenza sessuale aggravata ai danni di due minorenni della Piana di Gioia Tauro. «Ancora una volta – evidenzia Marziale – le risultanze di un’indagine portano al branco, che nel regno animale si origina quando due individui di sesso opposto si incontrano, si stabilizzano in un’area idonea e si riproducono. Ma nel genere umano assume connotazioni diverse, certamente meno nobili dell’istinto animale, poiché la finalità non è la riproduzione ma la violenza fine a sé stessa. La violenza a danno dei minori è il più turpe fra i crimini contro l’umanità, perché la vittima rimane biologicamente in vita, morendo dentro, costretta a portarsi nella psiche cicatrici che non la abbandoneranno mai e che inficeranno il suo corso di vita, i suoi legami affettivi, la fiducia nel prossimo». «Apprendere che anche altri minorenni sono coinvolti nella vicenda, ma con ruoli diversi dalle vittime – dice ancora Marziale – è un dolore su dolore, che deve portare la società intera ad interrogarsi e non a girare la testa dall’altra parte come gli struzzi, atteggiamento che pervade l’umanità contemporanea. Tutti siamo chiamati ad assumere responsabilità ed a riconoscere di avere fatto poco o di aver fatto male, perché il perpetuarsi di certi crimini è figlio della sottovalutazione o dell’indifferenza».