Via libera dall'Ema al vaccino Johnson&Johnson
Ora la palla passa agli Stati. In Italia possibile utilizzo raccomandato agli over60, come AstraZeneca
"Possibile legame" tra alcuni rari casi di trombosi e il vaccino ma benefici che superano ampiamente i rischi: questo il verdetto dell'Ema sul vaccino Johnson&Johnson, sospeso prima ancora dell'avvio delle somministrazioni a seguito dello stop cautelativo della Food&Drugs Administration americana.
Via libera al vaccino Johnson&Johnson
Lo stop era arrivato dopo otto casi di trombosi grave, di cui uno solo con esito letale, registrati fra i circa 7 milioni di vaccinati con il monodose Johnson&Johnson negli Stati Uniti. Secondo le valutazioni dall'agenzia europea del farmaco, l'Ema, un legame fra trombosi e vaccino non può essere escluso ma non inficerebbe comunque i benefici della somministrazione nel prevenire le forme più gravi di Covid.
"Questi casi hanno avuto luogo per la maggior parte in donne sotto i 60 anni d'età, fino a tre settimane dopo la vaccinazione. Questo disturbo potrebbe essere un raro effetto collaterale del vaccino. Appena ci saranno nuove evidenze aggiorneremo le nostre indicazioni".
L'ipotesi più plausibile come visto con AstraZeneca è una immunorisposta che porta a conseguenze simili a una trombocitopenia dovuta all'eparina. Chi dovesse riscontrare sintomi deve chiamare subito il medico".
In Italia
Anche se l'Ema non ha fornito alcuna prescrizione sull'uso su determinate categorie della popolazione, l'Italia potrebbe decidere, come già fatto nel caso simile di AstraZeneca di concentrare almeno per il momento il suo utilizzo sulla fascia over 60. Nel Paese attualmente sono già presenti, ferme al magazzino di Pratica di Mare, 187mila dosi pronte ad essere utilizzate e, se la multinazionale dovesse confermare dopo lo stop alle forniture il suo calendario di consegne, ne dovrebbero arrivare altri 7milioni circa.
L'indomani dello stop cautelativo, il Ministro Roberto Speranza aveva assicurato che "il vaccino Johnson&Johnson sarà somministrato". Nei piani originari, si puntava ad utilizzarlo per la campagna più diffusa di somministrazione, tramite le farmacie e gli ambulatori medici grazie alla sua facilità di conservazione e al fatto che non richiede alcun richiamo per fornire copertura contro il coronavirus. Una strategia che, a questo punto, potrebbe essere modificata nella prossima riunione fra il Ministero della Salute e l'Aifa.