Vaccini, Ats: "Non potremo garantire la fascia 60-64 anni. Obiettivo 70% degli over65"
Al momento, spiega la dottoressa Donadini, vaccinato il 25% degli over 65.
Ats Insubria ha fatto il punto della situazione vaccini antinfluenzali che tiene banco, e crea polemica, ormai da mesi a causa dei continui rinvii e ritardi delle consegne da parte della Regione. E come avevano anticipato in una comunicazione diretta ai medici, difficilmente rimarranno dosi per chi ha meno di 65 anni.
Vaccini, Ats punta al 70% degli ultra 65enni
La vaccinazioni antinfluenzali all’interno di Ats Insubria sono partite il 19 ottobre coi medici di famiglia e la prima settimana di novembre con gli altri erogatori e ambulatori vaccinali. Da allora però le operazioni sono state spesso interrotte e rimandate a causa dei problemi di approvvigionamento della Regione.
Prima di fornire i numeri dati ieri, venerdì 27 novembre, da Ats Insubria è necessario fare una premessa: si parlerà di registrazioni, unico modo per "tenere conto" delle dosi somministrate. Registrazioni che sono spesso in ritardo rispetto all'effettivo "arrivo a destinazione" della dose, come spiegato da Ats.
A parlar è stato il direttore sanitario del Dipartimento Prevenzione Medico, Medicina Preventiva nelle Comunità Annalisa Donadini:
"In base ai dati di registrazione sono state fatte 100.500 vaccinazioni, 11.500 dalle Asst, 2mila dalle rsa, 3mila da altri erogatori, per un totale di 117mila dosi circa. Per ora, dai dati di rendicontazione, è stato vaccinato intorno al 25% degli over 65. Secondo le nostre previsioni possiamo coprire il 65% della popolazione ultra 65enne con le vaccinazioni, con la altre dosi che arriveranno saremo intorno al 70%".
I problemi di distribuzione
Obiettivo della campagna vaccinale di quest'anno, ancor più importante per la cocircolazione dell'influenza e del coronavirus, "era di aumentare la disponibilità di vaccini e quindi la copertura, e quindi la necessità rispetto gli altri anni di proteggere soprattutto gli over 65, i soggetti fragili e patologici cronici importanti egli operatori sanitari, al di la di tutte le categorie previste da circolare ministeriale", ha spiegato Donadini. "Abbiamo eseguito ed erogato in totale 373mila dosi, contro le 210mula del 2019 - ha aggiunto la dottoressa - La distribuzione è avvenuta in modo scaglionato quest'anno e da un certo punto di vista questo ha rappresentato una criticità da un lato mentre dall'altro ha permesso di diluire le sedute vaccinali nel tempo e evitare problema assembramento". Per rimediare a queste criticità, Ats è intervenuta con un sistema di compensazioni, "dirottando" verso i medici di base le dosi presenti nelle farmacie delle Asst.
"C'è ancora una quota di vaccini in fase di distribuzione e che arriverà entro 15 dicembre - ha rassicurato Donadini - anche a livello regionale la previsione di acquisto è stata maggiore dell'81% rispetto alle dosi acquistate nel 2019. Nelle prossime settimane arriveranno circa 32mila dosi, e abbiamo saputo che Regione sta cercando di recuperarne altre".
Già oltre i numeri del 2019
"La campagna influenzale dell'anno scorso ha somministrato circa 170mila dosi di vaccino e raggiungendo una copertura degli ultra 65enni intorno al 51%, a fronte di grandissimi sforzi - ha continuato Donadini - Quest'anno sono già state ricevute dai medici circa 195mila dosi. E' vero che con la grande richiesta di quest'anno ci saranno delle valutazioni da fare per i medici individuando le priorità ma i numeri dimostrano come il vaccino di quest'anno sia già superiore rispetto ad altri anni".
Resta il problema (ma le responsabilità non sono certo di Ats) che gli obiettivi target della campagna di quest'anno non saranno raggiunti non tanto per le mancate risposte dei cittadini ma per la mancanza di dosi, e al momento si è al 25% degli ultra65enni vaccinati. E come ormai noto, per hi è più giovane e non presenza particolari patologie, i vaccini con tutta probabilità non ci saranno, se non dai privati.
"Per essere realisti e onesti, noi siamo molto preoccupati di poter davvero vaccinare tutti i fragili e gli over 65, perchè questa deve essere la mission primaria - ha concluso Donadini - Quindi in base alle dosi di vaccino che arriveranno effettivamente e in base alle richieste di questi target capiremo. Per noi è difficile pensare di raggiungere il 100% dei target a rischio, e pensare di passare dal 51% degli over 65 al 75% in termini di capacità di offerta vaccinale è un grande obiettivo in termini di numeri e teorici di copertura. Anche col Covid è un obiettivo ambizioso. I 60-64enni sani saranno quindi posti in coda rispetto ad over65 e fragili e siccome la richiesta sembra essere elevata da queste categorie non possiamo essere in grado di garantire i 60-64enni, che contano oltre 90mila soggetti".