l'operazione dei carabinieri

Una maxi serra con 800 piante di canapa VIDEO

L’immobile era stato allestito per la coltivazione ad alta intensità con 36 ventilatori, oltre 69 lampade riscaldanti e grossi aeratori industriali

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Operazione dei Carabinieri della Compagnia di Seregno. A Cermenate, nel comasco, scoperta e sequestrata in un capannone una maxi serra con oltre 800 piante di canapa indica.

Scoperta maxi serra con oltre 800 piante di canapa

I militari dell’Arma di Seregno hanno perquisito un vecchio capannone in via Scalabrini a Cermenate, nel comasco. I Carabinieri sono arrivati al capannone dopo la segnalazione di un laboratorio clandestino, con lavoratori in nero, dal quale provenivano forti rumori di aspirazione. Dopo aver circondato l’intera area, l'irruzione dei Carabinieri che hanno scoperto una vera e propria serra con oltre 800 piante, coltivate intensivamente nelle due aree del capannone adibite alla coltivazione di canapa.

Un milione il valore della marijuana sul mercato

L’immobile era stato allestito per la coltivazione ad alta intensità con 36 ventilatori, oltre 69 lampade riscaldanti e grossi aeratori industriali. Era stato creato anche un impianto per l’irrigazione contenente fertilizzante. Inoltre c'erano 6 grossi condizionatori a colonna, dislocali in ogni locale per mantenere il tasso di umidità e la temperatura stabile nel capannone, rilevata attraverso dei termometri digitali. I militari, oltre a sequestrare l’intera area rurale, hanno raccolto le 858 piante di canapa, per un peso complessivo di quasi 500 chilogrammi. Si stima che si sarebbero potuti ricavare circa 250 kg di marijuana, per un valore complessivo di oltre un milione di euro una volta immessa sul mercato al dettaglio.

Accertato anche il furto di energia elettrica

La presenza d impianti così consistenti ha fatto intuire ai Carabinieri che i costi relativi all’energia elettrica consumata potessero essere decisamente superiori a quelli di una normale attività artigianale: dopo aver fatto intervenire i tecnici dell’Enel, è stata accertata anche l’illecita predisposizione di un by-pass al contattore dell’energia elettrica che ha consentito il prelievo fraudolento di energia dalla cosiddetta linea “montante”, per un valore stimato di circa 40mila euro. L'albanese è accusato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, nonché furto aggravato di energia elettrica: è stato associato al carcere di Como, a disposizione della Procura della Repubblica lariana.

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