Tracciamento

Troppi tamponi da fare, i laboratori non ce la fanno

Alla prima positività scattano subito i tamponi per tutti, da ripetere dopo 5 giorni. A cui si sommano tutti gli altri da fare. "Colpa" della sorveglianza con testing nelle scuole

Troppi tamponi da fare, i laboratori non ce la fanno
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C'è un problema di tamponi. O meglio, di troppi tamponi da analizzare per i laboratori oggi in capo alle Asst. Colpa di questa nuova ondata epidemia, che ha portato la provincia di Varese ad essere la prima (purtroppo) in Lombardia per incidenza ma anche per il sistema di "sorveglianza con testing" nelle scuole.

Troppi tamponi, la sorveglianza con testing è un problema

Al primo positivo, tamponi per tutti da fare subito e ripetere dopo 5 giorni. Poi ci sono quelli per chi già si trova in quarantena, e quelli per i contatti di chi è già risultato positivo. Secondo le stime di Ats Insubria, solo questi sono stati 15.604 nell'ultima settimana. A fronte però di una capacità dei laboratori delle Asst di "soli" 12.689 tamponi/settimana. Senza contare che ci sono da fare anche quelli periodici al personale sanitario, ai positivi e contatti extrascolastici, in caso di focolai, a chi rientra dall'estero...

Insomma, il sistema rischia di non riuscire più a tenere il passo.

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E' quanto emerge dalla periodica conferenza stampa di Ats Insubria, in cui si fa il punto della situazione contagi, vaccini e andamento generale. "L'attività tamponatoria è arrivata al limite della sua capacità", ha ammesso il Direttore Sanitario Giuseppe Catanoso.

Tra circolari e dietrofront

Un problema che non riguarda solo le province di Varese e Como, nè solo le Ats lombarde. In tutto il Paese l'introduzione della sorveglianza con testing in un momento di rialzo dei contagi ha messo il sistema sotto enorme pressione. E la circolare di lunedì, che riportava alla Didattica a Distanza al primo caso, era il tentativo di scaricare un po' di quella pressione. Durato pochissimo, col dietrofront di martedì. Ma il problema alla sua base, per ora, rimane.

"La struttura del generale Figliuolo si sta prestando per un aiuto concreto a mantenere quanto previsto dall'ultima circolare con tamponi T0 e T5 - ha ricordato Catanoso - Ringrazio l'esercito perché da quando è iniziata la pandemia sta facendo la differenza rispetto alle nostre capacità, si tratta di un aiuto indispensabile. Pare che ci saranno unità mobili dell'esercito che andranno a fare i tamponi a domicilio. Potremmo ipotizzare la loro presenza anche nelle scuole e nei laboratori che processano il tampone. Darebbero una mano a gestire ancora meglio questa fase".

La possibilità del privato

C'è però da andare alla radice del problema, che non è la somministrazione dei tamponi ma la loro analisi. Nella fase più acuta della pandemia, Ats Insubria come altre Ats lombarde aveva "risolto" inviando i tamponi a laboratori fuori regione, a Napoli. Ora questa non è la strada che si vuole seguire.

"Rispetto a quelle fasi c'è una grossa differenza - ha ricordato Catanoso - Cioè che tanti laboratori privati si sono attrezzati in maniera importante per analizzare i tamponi. Abbiamo chiesto a regione di poter siglare degli accordi con queste strutture, mantenendo ovviamente la gratuità per i cittadini. Siamo in attesa della risposta".

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