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Traffico internazionale di stupefacenti, dal carcere di Opera alle piazze del Milanese: arrestate 30 persone

La rete partiva dall'interno del carcere di Opera, arresti anche in provincia di Varese

Traffico internazionale di stupefacenti, dal carcere di Opera alle piazze del Milanese: arrestate 30 persone
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Trenta arrestati in tutta Italia e anche in provincia di Milano, per traffico internazionale di stupefacenti.

Traffico internazionale di stupefacenti: 30 arresti

Il 26 aprile 2023, a Milano e nelle province di Pavia, Varese, Sassari e Catania, i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano e del locale ROS - Reparto Anticrimine ed il Comando Polizia Penitenziaria presso la Casa di Reclusione di Milano-Opera, hanno arrestato 30 persone, in esecuzione, rispettivamente, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale DDA, nei confronti di 10 soggetti (8 in carcere e 2 donne agli arresti domiciliari); di un decreto di fermo della stessa DDA milanese nei confronti di 8 persone e di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 12 soggetti, tra i quali due donne, (di cui 7 in carcere, 3 già detenuti per altra causa e 2 agli arresti domiciliari) emessa dal GIP del Tribunale di Milano.

Gli arrestati sono ritenuti responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico – anche internazionale - di stupefacenti, riciclaggio, estorsione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, commessi nel territorio Lombardo ed in Spagna.

Le indagini da parte della DDA

I provvedimenti scaturiscono dai convergenti esiti delle prolungate ed articolate attività d'indagine avviate nel 2019 condotte dal Comando Polizia Penitenziaria presso la Casa di Reclusione di Milano-Opera, dai Carabinieri della Compagnia di Corsico e del Reparto Anticrimine di Milano.

Le indagini condotte dal Comando Polizia Penitenziaria presso la Casa di Reclusione di Milano-Opera e coordinate dalla D.D.A. della Procura di Milano hanno portato a ricostruire una rete per il traffico di sostanze stupefacenti, con vere e proprie piazze di spaccio, all’interno dell’istituto penitenziario di Opera (MI), con il coinvolgimento di familiari dei detenuti i quali, oltre a curare l’introduzione in carcere della droga e dei telefoni cellulari, avrebbero garantito il collegamento con esponenti di spicco di gruppi organizzati operanti, in particolare, nella zona di Rozzano (MI), Milano (nei quartieri Barona, Gratosoglio, Comasina e Quarto Oggiaro), Pavia, nel territorio della Campania, dell’Emilia Romagna, con diramazioni anche in Spagna (in particolare nelle città di Malaga e Barcellona).

In queste due località iberiche stazionavano due degli indagati ritenuti gli organizzatori delle spedizioni della droga verso il territorio italiano, ai quali gli acquirenti facevano pervenire dall’Italia, mediante corrieri, il denaro necessario al pagamento dei carichi di stupefacente (in larga parte hashish e marijuana) destinato alle piazze di spaccio milanesi.

Nel febbraio del 2020, presso l’aeroporto di Orio al Serio sono stati intercettati e sequestrati 53.000 euro in contanti nascosti nel doppio fondo di una valigia di una delle indagate, che si apprestava a partire per Malaga.

Dove avvenivano le cessioni di droga

I Carabinieri della Compagnia di Corsico, coordinati dalla DDA di Milano, a partire dal settembre 2021, sviluppando ulteriormente le prime risultanze delle attività d’indagine, hanno fatto luce sulle responsabilità di due distinti gruppi criminali, operanti rispettivamente a:

  • Rozzano nell’ambito della cessione, importazione, trasporto e vendita di quantitativi, anche ingenti, di cocaina, hashish e marijuana. Il sodalizio, in particolare, agiva nel quartiere ALER (edilizia residenziale) curando che le consegne di stupefacente avvenissero, previ accordi telefonici (con schede fittiziamente intestate a terzi), in località sempre diverse e sempre sulla pubblica via così da eludere l’intervento delle Forze di polizia. In questo contesto è emersa la figura di due donne che, oltre a custodire la sostanza in cassette di sicurezza installate nelle proprie abitazioni, riciclavano i proventi illeciti facendoli accreditare su carte Postepay a loro intestate;
  • Milano, zona “Sempione”, nel settore del traffico internazionale di hashish e marijuana anche nella città spagnola di Badalona (base di occultamento dello stupefacente per la successiva importazione sul territorio nazionale) dove un appartenente al sodalizio dimorava e curava il trasporto della droga a bordo di mezzi appositamente modificati (con vani nascosti ad apertura elettronica) riconducibili ad una ditta di logistica creata ad hoc ed intestata ad uno dei sodali che creava documenti di trasporto – fittizi – di materiale informatico da e per la penisola iberica.

Le convergenti indagini condotte dal Reparto Anticrimine di Milano da ottobre 2021 hanno delineato l’operatività di un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio nel quartiere milanese della “Barona” ove lo stupefacente veniva distribuito in 2 piazze di spaccio site, rispettivamente, nella zona delle case popolari e presso un centro commerciale oppure consegnato a domicilio previo ordinativo effettuato utilizzando piattaforme di messaggistica istantanea.

Gli indagati potevano anche contare su diverse armi da fuoco custodite, per conto dei vertici dell’associazione, da soggetti compiacenti presso appositi nascondigli, localizzati anche all’interno di locali pubblici.

Aldilà del volume di droga movimentata e smerciata, le indagini hanno permesso di accertare studiati moduli organizzativi interni al sodalizio, attuati proprio col fine di minimizzare i danni connessi agli interventi di magistratura e forze dell’ordine. Il gruppo, infatti, si è articolato in sotto-strutture le cui reciproche comunicazioni - necessarie al coordinamento delle comuni attività illegali - erano mascherate con il ricorso a comunicazioni non intercettabili (anche ricorrendo a moderne tecnologie di comunicazione criptata) o ai più tradizionali “passaparola”.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 240.000 euro in contanti e 329 kili di sostanza stupefacente tra cocaina, hashish e marijuana.

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