Indagine Covid

Test sierologici di Ministero della Salute e Istat: in tanti preferiscono non farli

Dietro tanti rifiuti ci sarebbe il timore di doversi mettere in quarantena in attesa del tampone

Test sierologici di Ministero della Salute e Istat: in tanti preferiscono non farli
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Test sierologici di Ministero della Salute e Istat, tante persone preferiscono non farli. Al momento, solo il 25 per cento di quelle contattate ha accettato. La chiamata è casuale e basata su criteri di sesso, età e ceto.

Test sierologici di Ministero della Salute e Istat: in tanti preferiscono non farli

“Se ricevete una chiamata dal numero che inizia con 06.5510 è la Croce Rossa Italiana. Non è uno stalker, non è una truffa telefonica, ma è un servizio che potete rendere al vostro Paese attraverso un piccolo prelievo venoso”: si è visto costretto a chiarirlo Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa, dopo che soltanto il 25 per cento circa degli italiani contattati per essere sottoposto al test sierologico “sponsorizzato” da Ministero della Salute e Istat ha risposto in modo positivo alla convocazione.

Nell’indagine, che dovrebbe interessare oltre 150mila italiani, sono coinvolti anche numerosi Comuni del nostro territorio (la lista completa la trovate QUI). Al momento, non è dato sapere quante delle quindicimila telefonate già effettuate dalla Croce Rossa tra lunedì 25 e martedì 26 maggio 2020 siano state fatte ai cittadini di quei paesi, ma la certezza è che ci si stia trovando davanti a una certa riluttanza a sottoporsi all’indagine.

Ma qual è il problema?

A preoccupare le persone contattate è, in particolare, un fattore: non tanto il pensare che sia una truffa quella telefonata, quanto il fatto che nel caso in cui si risulti positivi al test sierologico c’è l’obbligo di porsi in isolamento fino all’effettuazione del tampone, che darà un responso sulla contagiosità attuale del soggetto.

Chi risultasse positivo alla presenza degli anticorpi, infatti, dovrebbe venire contattato dalla Ats di competenza per essere sottoposto a tampone. Ma spesso i tempi della sanità pubblica per questo esame sono veramente lunghi (anche se le cose stanno lentamente migliorando). Il rischio, dunque, è che molte persone, si vedano costrette a mettere nuovamente in stand-by la loro quotidianità in attesa del tampone. E c’è chi non se lo può proprio permettere.

La selezione dei candidati

Una soluzione potrebbe essere quella di assicurare una quasi immediatezza del tampone oppure accettare candidati volontari. Al momento, infatti, le persone da sottoporre al test vengono selezionate direttamente dai call center della Croce Rossa seguendo le istruzioni ricevute da Ministero e Istat e che non si basano sui database raccolti dall’Ats in questi mesi, come invece avviene per l’indagine sierologica della Regione Lombardia avviata il 23 aprile scorso. In questo caso, il campione viene individuato sulla base del genere e suddiviso in sei classi d’età, per Regione e attività lavorativa.

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