Terremoto in Turchia, Lucia Bosetti: "E' stato scioccante"
Vivere in prima persona il terremoto che ha sconvolto la Turchia e la Siria non è come raccontarlo
Anche i genitori hanno fatto rientro sul suolo italiano
La pallavolista italiana è sana e salva
La paura ha lasciato il posto alla consapevolezza, quella di essere scampati a una tragedia immane, quel terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito il sud della Turchia alle 4.17 del mattino (le 2.17 in Italia), quando tutti ancora stavano dormendo.
Lucia Bosetti, di professione pallavolista, si trovava proprio in terra turca, ad Adana, (città a circa 150 chilometri dall’epicentro, ndr) dove gioca nel Çukurova Belediyesi Adana Demirspor Kulübü, club che milita nella Sultan Liga, assieme alla sua famiglia, mamma Franca Bardelli e papà Giuseppe, quando sono iniziate le forti scosse, pari al contemporaneo scoppio di trenta bombe.
E’ stato scioccante, la prima scossa è stata veramente molto forte ma non mi sono resa conto subito della gravità – racconta Lucia Bosetti – che ho realizzato completamente solo quando sono rientrata in Italia dopo tre giorni di viaggi resi difficoltosi sia dal terremoto e sia dalle condizioni meteorologiche.
Il tempo di realizzare quanto stava accadendo, riuscire a prendere l’indispensabile e scappare, vedendo con i propri occhi la disperazione della gente all’interno di una tragedia così grande, resa ancora più drammatica dal meteo (in Turchia le temperature sono gradevoli tutto l'anno, ndr) che non ha agevolato le operazioni di evacuazione e di recupero.
La pallavolista di Albizzate, lo scorso anno in forza alla UYBA di Busto Arsizio, è riuscita a scappare e a raggiungere la città di Ankara in autobus assieme ai genitori, che erano approdati in Turchia pochi giorni prima per passare del tempo assieme alla maggiore dei loro quattro figli.
Lucia Bosetti, moglie del team manager della Lube Matteo Carancini, non sa ancora se e quando potrà tornare in Turchia:
Aspetto notizie dalla federazione turca, che penso posticiperà di qualche settimana la ripresa del campionato ma ancora non ci sono notizie certe, la mia società vorrebbe continuare anche per dare un messaggio di speranza, ad Adana ci sono stati dei problemi ma non così gravi rispetto a dove si è verificato l'epicentro.
Vivere in prima persona il terremoto è qualcosa di tremendo, e non è semplice da raccontare:
In Italia non siamo abituati anche se le Marche sono leggermente più sismiche rispetto ad altre zone - conclude Lucia -; avevo sentito il sisma nel 2016, mi aveva spaventato ma non come questo.
A raccontare quanto vissuto, anche la mamma di Lucia Bosetti la quale, assieme al marito, erano tornati a far visita alla figlia dopo il precedente viaggio dello scorso settembre.
Il terremoto l’avevo visto sempre e solo attraverso la televisione, ma raccontarlo non è come viverlo in prima persona, questo è un grande disastro non solo per la Turchia ma a livello mondiale – racconta Franca Bardelli -; ho visto palazzi crollati e le persone sopra le macerie che cercavano di estrarre a mani nude coloro i quali erano rimasti intrappolati.
Essere svegliati improvvisamente, nel cuore della notte e mettere a fuoco la situazione non è stato semplice:
Ho sentito molto bene la prima scossa, avvenuta verso le 4.30 di notte, ed è durata veramente tanto, facevo fatica a stare in piedi e addirittura a mettermi le scarpe tanto era forte. Abbiamo cercato di capire come allontanarci e, con un pulmino, da Adana siamo riusciti a raggiungere Ankara, da dove abbiamo poi proseguito per l’aeroporto di Istanbul – prosegue Franca – imbattendoci però anche in varie intemperie tra cui una tempesta di neve.
Si è trattata di una vera e propria odissea, vissuta sempre assieme al marito e a Lucia Bosetti, con molteplici difficoltà logistiche, tantissime persone in coda per fare rifornimento alla propria macchina, voli aerei prima prenotati e successivamente cancellati.
Il rientro in Italia è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì, i genitori sono atterrati a Milano Malpensa dove hanno riabbracciato gli altri figli mentre Lucia è volata a Roma e, da lì, nelle Marche.
A me la Turchia piace tantissimo – ci dice ancora Franca - io e mio marito abbiamo vissuto e lavorato per un club turco per cinque anni, fino a pochi mesi fa, e devo dire che i turchi sono molto solidali, si aiutano tantissimo, sono di una gentilezza e di una generosità incredibili e l’abbiamo visto in prima persona, poiché il titolare di un’agenzia viaggi che si trova di fronte a dove abita mia figlia ci ha fornito un riparo momentaneo nel suo negozio, che non si era danneggiato con il terremoto.
Nessun contatto invece con le scosse di terremoto per la E-Work, che era atterrata in Turchia lunedì per disputare il ritorno dei playoff della coppa CEV contro Thy Istanbul di coach Marcello Abbondanza, programmato per il giorno successivo.
La sospensione di tutte le manifestazioni sportive nazionali e internazionali, decisa dal governo turco, ha fatto si che le farfalle rientrassero sul suolo italiano mercoledì, senza aver subito conseguenze di nessun genere.
Il terremoto però continua a mietere vittime, che crescono di ora in ora, e le difficoltà di evacuazione diventano sempre più complicate.