Tamponi su sospetti Covid-19 per rientro a lavoro, ecco la direttiva
Per evitare che persone guarite ma ancora contagiose escano di casa o vadano al lavoro infettando qualcun altro.
Finalmente la direttiva operativa è arrivata ieri, giovedì 16 aprile 2020, ai medici di base e alle Agenzie per la tutela della Salute (Ats), dopo che sabato scorso le linee guida erano state annunciate dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.
Due le novità importanti nella nostra regione:
- 1- La Lombardia dà il via libera ai tamponi sui sospetti Covid in vista del rientro al lavoro.
- 2- La quarantena viene prolungata: prima era di soli 14 giorni, ora viene formalmente allungata a 28, ma in alcuni casi anche di più, cioè fino a un risultato negativo del tampone.
Arrivata la circolare di Regione Lombardia
Lo avevamo spiegato alcuni giorni fa. Parliamo di un problema non da poco, perché sono ormai tantissimi i casi accertati di guariti che ancora dopo oltre un mese risultano ancora positivi! E visto che coloro ai quali è già ora consentito tornare al lavoro per lo più svolgono servizi essenziali, il rischio di disseminare potenziali “bombe da contagio” su tutto il territorio regionale resta altissimo.
“Sta uscendo una nuova linea guida che prevede che la quarantena duri fino al 3 maggio – così aveva anticipato Gallera alla vigilia di Pasqua – Vuol dire che chi è a casa dal lavoro avrà un certificato dal proprio medico per l’allungamento della propria quarantena, perché il calcolo dei 14 giorni era stato fatto in base al dato di incubazione prima di vedere emergere i sintomi, mentre ci siamo accorti che anche dopo i 14 giorni dalla fine dei sintomi molti sono ancora positivi, quindi allunghiamo a garanzia di tutti. Ora fino al 3 maggio e poi l’idea è di allungarli fino a 28 giorni“.
Tamponi e quarantena per sospetti Covid-19
Il documento inviato ai sanitari fa alcune precisazioni.
Sospetti Covid “conclamati”
Sì ai tamponi sui sospetti Covid-19 per i pazienti in isolamento domiciliare che abbiano avuto un contatto con un caso di coronavirus “accertato o sospetto” e solo al termine dei 14 giorni di ‘sorveglianza’ attiva del medico di fiducia.
Se finora i tamponi non erano stati eseguiti ai sintomatici curati a casa, senza passaggio in ospedale, adesso invece i medici di base potranno richiederli.
Come funziona? L’isolamento fiduciario si conclude (con successiva ripresa dell’attività lavorativa) in caso di tampone negativo. In caso, invece, di risultato positivo, si torna in isolamento domiciliare obbligatorio.
Sospetti Covid senza “evidenza di contatto”
Nel caso di una persona con sintomi simil-influenzali, ma senza “evidenza di contatto” con un caso Covid-19, tocca al medico di base valutare l’allungamento del tempo di osservazione (dai canonici 14 giorni si passa a 28 giorni) e quindi se richiedere o meno poi anche il tampone.
Doppio tampone oppure no?
Ora il medico può finalmente scrivere “Sospetto Covid-19” (e non più solo “Sindrome simil influenzale”) e disporre l’isolamento fiduciario in ricetta.
L’isolamento viene disposto per un minimo di 14 giorni e fino a 28, ma in alcuni casi fino a tampone negativo.
Punto ancora poco chiaro il fatto se sia necessario un doppio tampone (sarebbe doveroso) o se basti solo il primo test, come pare alcune Ats abbiano comunicato ai medici di famiglia (questo forse a causa della difficoltà pratica, per il momento, di riuscire a processare un numero di analisi troppo elevato).