Spaccio ed estorsione: due pusher arrestati dopo le minacce e le percosse a un cliente
Non riusciva più a saldare i suoi debiti coi due, che pretendevano continue somme a titolo d'interessi e che erano arrivati alle percosse. Così un giovanissimo ha deciso di rivolgerei ai carabinieri
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Busto Arsizio (VA), coordinati dalla locale Procura della Repubblica, al termine delle indagini scaturite dalla denuncia di un ragazzo, questa mattina (venerdì 22 ottobre) hanno tratto in arresto due giovani responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.
Spaccio ed estorsione, due giovani arrestati
Si tratta di due ragazzi appena ventenni, di cui uno residente a Cardano al Campo e l’altro a Lonate Pozzolo, ai quali i Carabinieri hanno notificato rispettivamente un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ed una agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio.
Droga e debiti
Nel settembre del 2019 un giovanissimo ragazzo, gravitante nel mondo dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, si era presentato agli Uffici del Nucleo Operativo e Radiomobile di Busto Arsizio (VA) per denunciare i ripetuti episodi estorsivi che subiva da tempo da parte di entrambi gli odierni arrestati. La giovane vittima riferiva di aver contratto dei debiti per alcune centinaia di euro con entrambi i ragazzi per l’acquisto di marijuana.
Il ragazzo aveva tardato a saldare il dovuto, a causa di contingenti difficoltà economiche, riuscendo a pagarne solo una parte. Un ritardo che i due pusher utilizzarono come scusa per iniziare a chiedergli altre somme a titolo d'interessi.
A quel punto, non riuscendo più a pagarli, la vittima ha cercato di tagliare qualsiasi ponte con i due. Che in risposta sono passati alle vie di fatto con chiamate e messaggi minatori e ripetuti episodi di percosse.
Fino a settembre, quando esasperato il ragazzo ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine e denunciare. Le indagini hanno accertato la veridicità del racconto della vittima, permettendo alla Magistratura di emettere i provvedimenti restrittivi, uno ai domiciliari e l'altro in carcere.