Docenti in fuga da Venegono, protesta in piazza: "Il dirigente faccia una scelta e lasci Venegono"
Il dirigente presente davanti a oltre un centinaio di genitori: "Tra chi se ne è andato c'è chi stava bene da 15 anni perchè faceva la pausa lunga e si beveva il caffè"
Il trasferimento di 14 insegnanti, alcuni con un'esperienza di lavoro decennale nelle aule delle scuole di Venegono, si è trasformato in un terremoto per le due comunità. Dopo giorni di proteste sui social e l'assemblea tenutasi ieri sera, mercoledì 9 giugno, in sala consiliare a Venegono Superiore, oggi (giovedì 10) si è arrivati in piazza, fuori dalle scuole di Venegono Inferiore.
Scuole Venegono, centinaia di genitori fuori da scuola
Una chiamata cui hanno risposto oltre un centinaio di mamme e papà e anche numerosi bambini e ragazzi presenti con cartelli e striscioni per manifestare tutta la propria rabbia e dissenso. E non si parla più di "situazioni", di "clima" ma tutti puntano il dito contro il dirigente scolastico, che a dire delle famiglie in protesta nei due anni di approdo alla guida dell'Istituto Comprensivo avrebbe fatto il bello e il cattivo tempo, rompendo equilibri e gruppi consolidatisi negli anni e diventati importanti per i ragazzi e per il mondo scolastico venegonese, utilizzando le MAD in maniera "poco trasparente e meritocratica" e portando, lamentano i genitori, i 14 insegnanti a decidere di lasciare le strutture dove hanno lavorato per anni. Una scelta di cui sono state preludio, in questi due anni, anche lettere e segnalazioni firmate da genitori e insegnanti inviate e protocollate anche al Provveditorato, che non hanno portato però ad alcuna conseguenza.
"C'è chi va via perchè ho tolto privilegi"
A differenza di ieri però, oggi il dirigente Santo d'Angelo era presente, rispondendo e rigettando ogni accusa mossa dalle famiglie. D'Angelo ha spiegato che si è di fronte a "situazioni che scolasticamente avvengono in tutt'Italia, insegnanti che cambiano e vanno via e decisioni della scuola che non vengono condivise".
"Non dovrei essere qua, io sono stato minacciato anche di morte e in questo momento vivo in un altro paese e non so se la persona che mi ha minacciato è qua. Si è scritto di 14 trasferimenti, in realtà sono 12. Di questi 14, 5 sono trasferimenti legati a motivi personali e non contro la dirigenza, chi è andato a insegnare in un liceo, chi ha comprato casa a Milano o a Ivrea. Gli altri magari hanno palesato verità non vere - ha continuato - un insegnante era part time, fuori legge perchè non faceva 9 ore in tre giorni ma in quattro e quando sono arrivato ho detto che non era possibile, che doveva fare tre giorni e anche di pomeriggio; un altro insegnante aveva deciso di diventare vicepreside, che è una delega mia a una persona di cui ho fiducia. A uno "yes man", come dice la signora.
Come mai non avete seguito le vicende prima che arrivassi io? A Marconi e Manzoni ho dovuto cambiare i dirigenti perchè alle 10 la bidella andava a fare il caffè, lasciava il piano e incustoditi i vostri figli, e lo portava alle maestre. Alle 11 meno 10 la ricreazione durava un'ora. L'insegnante arrivava in orario e nessuno lo segnalava al dirigente ma c'era la bidella che dava i compiti. A me interessa risolvere i problemi, ho deciso di cambiare i referenti per un motivo e non perchè non mi piacciono le persone.
Le persone che sono andate via, 7 e non 14, la maggior parte hanno motivi che sono diversi. Altri due docenti andati via perchè era referente e non lo è più, ed è una scelta personale, e una che è l'0unica che mi dispiace è perchè gli ho dato una classe molto complicata che gli ha fatto venire un esaurimento nervoso".
"Io posso analizzare i dati, e l'ho fatto - ha poi concluso rispondendo ai genitori - Le insegnanti che se ne sono andate lo hanno fatto per scelta loro, non per il dirigente ma perchè non stavano bene in questa scuola. Sono 15 anni che stavano bene perchè prendevano il caffè e facevano la ricreazione lunga. Assolutamente, io non vedo problemi nella scuola".
"Tutto accentrato in un'unica persona contornata di yes man"
Ad aprire la manifestazione una mamma che ha letto uno scritto dei genitori, in cui si spiega il motivo della protesta.
"Due anni fa i nostri plessi erano un punto di riferimento di una scuola pubblica di elevata competenza didattica e progettuale, ambita anche dalle famiglie dei paesi limitrofi. Oggi registriamo con grande malincuore una perdita in qualità e quantità nel corpo docente che ci allarma molto".
A venir meno, continua, il "rapporto di collaborazione scuola-genitori", punto di forza delle scuole delle due Venegono. "Abbiamo perso professori che erano più che semplici insegnanti, ma guide in grado di trasmettere valori e punti fermi ai ragazzi (...). Tutto si è accentrato in un'unica persona che si è voluta contornare di 'yes man' per non essere messo in discussione".
Un rapporto irrecuperabile
La richiesta, parlando coi genitori in piazza, è chiara quanto drastica: le dimissioni del dirigente.
"Noi siamo qui perchè lei è un funzionario pubblico, dirige una scuola in cui sono coinvolte migliaia di famiglie e questa sera il messaggio è che la cittadinanza di Venegono è oltremodo scontenta e insoddisfatta del suo servizio - ha spiegato un padre al microfono - confido che avrà l'acume di cogliere quello che sta accadendo e di intervenire cona scelta personale da qui a settembre e lasciare Venegono al suo destino. La situazione percepita dalla collettività è arrivata a un punto tale che non potrà essere recuperata. Non penso che per lei sia bello vedere questo. Non ha senso incaponirsi in un'attività che non porterà null'altro di buono".
Premazzi: "La comunità è qua"
Tra i genitori anche gli amministratori dei due paesi. Per Venegono Superiore il sindaco Ambrogio Crespi, il vicesindaco Ciro di Costanzo e l'assessore Maria Luisa Limido, per Inferiore il sindaco Mattia Premazzi, il vicesindaco Lisa Filiguri e l'assessore Maria Chiara Cremona.
Dopo il dibattito tra i genitori e il dirigente, che ha ribattuto dicendo di "non vedere la comunità" in piazza, è stato Premazzi a prendere il microfono.
"Io la comunità la vedo. Ci sono due sindaci che riscontrano una tensione nei loro paesi, su un ente come la scuola nel quale tutti questi genitori hanno contribuito nella costruzione della famiglia che gira intorno alla scuola. Qua siamo comunità e come comunità due anni fa l'abbiamo accolta. Mi dispiace ma non possiamo ridurre al fatto che un'insegnante se ne vada per un caffè la situazione che oggi si è creata. C'è qualcosa di più.
Se i genitori e le famiglie sono in piazza, se circolano dichiarazioni di dolore degli insegnanti, loro senso di abbandono e vessazione in questi due anni, è un grido di dolore che raggiunge il cuore della nostra comunità. E noi siamo preoccupanti. Lei - ha continuato rivolgendosi al dirigente - è stato mandato dal Ministero, uomo delle istituzioni come lo sono io e il sindaco Crespi.
Le istituzioni ci devono mettere la faccia. Ma confido che qualcuno delle istituzioni questi fatti li analizzi. In tutta la provincia si parla di cosa sta succedendo qui. Chiediamo alle istituzioni e agli uffici amministrativi del Provveditorato di Varese di chiarire. Se c'erano episodi come quelli che ha lamentato, si devono prendere provvedimenti. Ma qua c'è il grido di dolore di genitori e insegnanti".
La lettera di alcuni insegnanti
Il botta e risposta tra genitori e dirigente è andato avanti per un'ora. A chiuderlo l'uscita di scena improvvisa del dirigente quando una mamma ha tentato di leggere la lettera scritta da alcune delle docenti che hanno ottenuto il trasferimento e diffusa in giornata da una chat WhatsApp all'altra. Lettera che in quanto anonima il dirigente non ha voluto riconoscere, nè ascoltare, allontanandosi subito alle prime parole.
Una lettera in cui si esprime un fortissimo senso di abbandono. Dagli uffici scolastici regionali e provinciali, dalle Amministrazioni e da "quasi tutte" le organizzazioni sindacali, da molti colleghi e da alcuni genitori, la cui maggioranza "si è attentamente astenuta e defilata e qualcuno si è prontamente distinto denigrando il nostro lavoro". "Molti accusano noi di abbandonare questa scuola - conclude la lettera - Non la stiamo abbandonando. La stiamo lasciando, come detto e denunciato a chi di dovere, dopo due anni difficili e non abbiamo più le forze per proseguire questa lotta (...). Speriamo tanto che i nostri alunni trovino buoni docenti nei prossimi anni, possibilmente meglio di noi. Sicuramente ci mancheranno tutti".