Rubano una macchina per spacciare: arrestati due trentenni
Dal controllo emerge che l’autovettura era stata appena asportata dall’interno di una corte del piccolo comune brianzolo
I Carabinieri hanno fermato a Cogliate una macchina con a bordo due uomini: il mezzo è risultato rubato e i due sono invece stati arrestati per spaccio.
Spacciavano con una macchina rubata: arrestati due trentenni
Alle ore 1:30 di martedì scorso in via Montello di Cogliate, una pattuglia della Tenenza Carabinieri di Cesano Maderno, impiegata nell’ordinario servizio di perlustrazione, notava un’autovettura con due soggetti a bordo. Nulla di anomalo fino a quando i carabinieri chiedono i documenti e decidono di approfondire il controllo. I due soggetti, entrambi tunisini, rispettivamente di 36 e 37 anni, dimostrano insofferenza e le ragioni appaino presto chiare. Dal controllo emerge che l’autovettura era stata appena asportata dall’interno di una corte del piccolo comune brianzolo, e all’interno della stessa sono stati rinvenuti e sequestrati gr.2,7 di “cocaina” suddivisi in 5 dosi; complessivi euro 2.540,00 ritenuti il provento dell’illecita attività di spaccio condotta durante la decorsa serata, un bastone in legno ed un coltello portati a seguito ingiustificatamente.
La perquisizione domiciliare
Nel corso della successiva perquisizione estesa presso il loro domicilio, sito sempre nel comune di Cogliate e individuato nonostante le reticenze dei due soggetti, i Carabinieri hanno sequestrato ulteriori gr.46 di “hashish”, due bilancini di precisione e materiale occorrente per il confezionamento delle dosi. Al termine degli accertamenti l’autovettura è stata restituita al legittimo proprietario. Arrestati in flagranza di reato per detenzione ai fini spaccio di sostanze stupefacenti, nonché denunciati per il furto ed il porto abusivo di armi e strumenti atti ad offendere, all’esito del processo celebrato il giorno dopo con rito per direttissima, cosi come disposto dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Monza, nei confronti dei due tunisini veniva applicata la misura cautela dell’obbligo di firma.