Rapina in Veneto, misure cautelari per un gallaratese e un cassanese
Avrebbero fatto parte del gruppo che, tra fine marzo e inizio aprile, aveva preso di mira un imprenditore veneto commettendo una rapina in casa sua e tentando un colpo nella sua azienda
I due, un 27enne e un 26enne, avrebbero partecipato alla rapina avvenuta nella casa di un imprenditore di Marostica il 1 aprile.
Rapina in Veneto, misure cautelari a Gallarate e Cassano
Alle prime ore dell’alba del 30 maggio 2023, i militari della Sezione Operativa del N.O.R. - Compagnia Carabinieri Bassano del Grappa hanno proceduto a dare esecuzione all’ordinanza del GIP di Vicenza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Sami Rizaoui, 27enne di Gallarate, Ilyass Achraoui, 31enne di Thiene (VI), Omar Bribry, 23enne di Schio (VI), nonché della misura degli arresti domiciliari nei confronti di Carmelo Giacchi, 55enne di Schio (VI), e del divieto di dimora nella Regione Veneto nei confronti di Hicham Zidane, 26enne di Cassano Magnago. Oltre a loro, le forze dell'ordine cercano altri due indagati, al momento irreperibili.
La rapina
L’indagine è scaturita in seguito ad una rapina in abitazione realizzata il 1° aprile 2021 in danno di un imprenditore di Marostica (VI). Tre individui travisati, uno dei quali armati di pistola semiautomatica, facevano irruzione nella casa dell’imprenditore, entrando dalla porta scorrevole della cucina, dopo averla scardinata con un piede di porco.
Saliti al primo piano nella zona notte, i malfattori si imbattevano in un ospite del proprietario della casa, ancora a letto. Dopo averlo minacciato con la pistola e fotografato i suoi documenti, affinché fosse conosciuta la sua identità e la sua residenza (….adesso sappiamo dove abiti……), i rapinatori rovistavano dappertutto per poi impossessarsi di due corone in metallo dorato, per un valore di poco più di cento euro, per quanto le loro intenzioni, chiaramente manifestate all’ospite, fossero quelle di rinvenire i preziosi dell’imprenditore.
Quindi i malviventi si dileguavano a piedi attraverso i campi retrostanti, assieme ad altri complici.
Il tentativo il giorno prima e quello nella ditta
Nel prosieguo delle indagini veniva, altresì, scoperto un tentativo di furto posto in essere dallo stesso gruppo criminale la mattina del 30 marzo 2021, appena due giorni prima, non portata a termine a causa della presenza del nipote dell’imprenditore, il quale, occasionalmente a casa dello zio, si imbatteva in alcuni giovani, entrati furtivamente nel giardino, provocandone la fuga.
Analogamente, anche la sera dell’11 aprile 2021, Bibry Omar, a bordo di un’utilitaria, unitamente ad Achracoui Ilyass e ad altro complice, avevano tentato l’ennesima incursione all’interno la ditta dello stesso imprenditore, con sede nella periferia di Schio (VI), col chiaro intento di portare a termine quanto prefissato, verosimilmente alla ricerca dei preziosi non rinvenuti a Marostica.
In tale occasione i tre soggetti, venivano messi in fuga grazie alla tempestiva attivazione del sistema di videosorveglianza che provocava l’immediato intervento del proprietario e dei carabinieri del posto.
Le indagini
L’immediata predisposizione di articolata attività di indagine (analisi dei fotogrammi e filmati dei varchi dei circuiti di video sorveglianza comunali, analisi dei filmati delle case/ditte ubicate nelle immediate vicinanze della casa rapinata, disamina dei dati di traffico telefonico, testimonianze di una pluralità di persone, integrati da molteplici servizi di osservazione e pedinamenti ed il ultimo perquisizioni personali e locali degli indagati e conseguenti sequestri dei loro telefoni cellulari) da parte dei militari operanti, coordinata dalla Procura di Vicenza, hanno consentito di giungere alla fondata conclusione in ordine alla responsabilità di tutte le persone sottoposte a misure cautelari sulla base della richiesta avanzata al GIP di Vicenza.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di essere stati gli esecutori materiali della rapina o comunque aver partecipato attivamente con funzioni di palo; Giacchi, secondo l'accusa, sarebbe stato il basista del gruppo, che avrebbe fornito loro le informazioni necessarie al colpo.