Lo sfogo

Ragazzi al limite, Alice abbandona la DaD: "Sono uscita per rilassarmi, non ce la faccio più"

Lo sfogo di una mamma davanti alla sofferenza della figlia: "E' crollata, non sorride, si spegne giorno dopo giorno".

Ragazzi al limite, Alice abbandona la DaD: "Sono uscita per rilassarmi, non ce la faccio più"
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Un messaggio lasciato alla mamma, un grido di esasperazione. La firma è quella di Alice, ragazza di 14 anni di Saronno. Il suo sfogo è diventato rapidamente virale dopo il post della mamma su Facebook: "Il sorriso non c'è più. Chiediamo loro scusa, almeno questo glielo dobbiamo".

Ragazzi al limite: "Mia figlia ha mollato il colpo"

Alzati, vai al pc, fai lezione, non uscire, non incontrare nessuno. Che la zona rossa che vieta ogni forma di socialità che non passi dal web e la chiusura delle scuole stiano avendo pesanti ripercussioni sui più giovani è un fatto ormai noto. Associazioni e professionisti, oltre ovviamente ai genitori, lo stanno evidenziando da mesi, i dati sui tassi di abbandono scolastici e sulla salute psicofisica degli adolescenti (tra i quali quelli tragici su suicidi e tentati suicidi) lo confermano di continuo. Difficile giudicare con gli occhi degli adulti, lontani dal mondo e dai bisogni degli anni dell'adolescenza. Bisogni che da un anno sono vietati, soffocati, senza la possibilità di trovare una "valvola di sfogo".

L'ultima storia che testimonia un disagio sempre più profondo e diffuso è quella portata alle cronache da Iole Struzziero, mamma di Alice, una ragazzina di 14 anni di Saronno.

Alice, pochi giorni fa, non ha più retto. Ha staccato improvvisamente il collegamento con la Dad, ha scritto un biglietto ed è uscita di casa. "Sono uscita per rilassarmi, non ce la faccio più", ha scritto.

E' Struzziero a raccontare e spiegare quello che Alicesta vivendo, con tutta la rabbia di un genitore che vede la propria figlia spegnersi senza poter far nulla:

Accade stamattina alle 11.50.

Alice spegne il PC, stacca la spina dalla dad che avrebbe concluso alle 16.00. Tutta una tirata davanti ad uno schermo con la prof. che parla, che fa del suo meglio ma che non arriva.

Alice molla il colpo non ce la fa più, scoppia a piangere, piange e piange.

Esce di casa e mi lascia questo biglietto..... Ovviamente è a casa da sola perché io sono in studio. Io sono sempre in studio.

Questa è la realta, il resto sono cazzate!

Io come devo sentirmi? Mi sento impotente, vorrei spaccare tutto!

Ma tanto quelli che studiano lo fanno anche dietro un PC. Cazzata perché Alice a 14 anni studia con profitto, ha scelto il liceo artistico perché adora l'arte, lei guarda i film sulla vita di Van Gogh, che è il suo artista preferito, e si commuove. Adora la musica. Non è una ragazzina piagnucolona, con una madre come me c è poco da piangersi addosso.

E' crollata, non sorride, si spegne giorno dopo giorno.

Io cerco di incoraggiarla non le dico che al suo posto con i miei compagni avremmo occupato la scuola per giorni e che non sarebbero bastate le forze dell' ordine per buttarci fuori.

Mi mordo la lingua non posso dirle queste cose.

Oggi accade questo e sono incazzata, raccolgo le sue lacrime e le prometto che farò qualche cosa. Non sto seduta, agisco mi espongo ci metto la faccia ed il cuore in tutto quello che faccio.

Intanto il sorriso non c è più!

Quegli adulti di cui si fidano, che avrebbero dovuto proteggerli li hanno presi per il culo per un anno. E non è ancora finita! Come faccio a dirle queste parole!

Chiediamo loro scusa, almeno questo glielo dobbiamo!

Si può chiedere aiuto

Intanto all'orizzonte  ci sono ancora mesi di restrizioni e divieti. Non è finita e non finirà presto ma aspettare che domani andrà meglio rischia solo di aggravare la situazione. Cosa si può fare? Il tema del disagio giovanile causato dall'emergenza coronavirus non è una novità e già se ne parlava prima del rientro a scuola a settembre. Oltre a parlarne si è cercato un modo per alleviare il peso e le conseguenze sui giovani. Ciò che nacque fu il protocollo fra il Ministero dell'Istruzione e l'Ordine degli Psicologi per un potenziamento del servizio di ascolto all'interno delle scuole, con fondi dedicati, e che gli istituti dovrebbero avere già tutti attivato. Un servizio gratuito, a disposizione delle famiglie e dei ragazzi, l'unico finora in campo per arginare quello che rischia sempre più di diventare un'emergenza sociale a danno di un'intera generazione. E soprattutto attivo anche ora che le scuole sono costrette alla Didattica a Distanza.

Il servizio su La Settimana di Saronno in edicola da venerdì 26 marzo

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