CoronAVIRUS

Prima donazione di plasma iperimmune all'Asst Valle Olona: è della Coordinatrice Merlo

L'infezione "inconsapevole" a fine 2019: "Ho vissuto e vivo la tragedia della pandemia. Ora voglio dare il mio contributo per la cura di chi soffre"

Prima donazione di plasma iperimmune all'Asst Valle Olona: è della Coordinatrice Merlo
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Anche a Busto Arsizio la prima donazione di plasma iperimmune contro il Covid-19: a farla è stato il Coordinatore tecnico del Laboratorio analisi Patrizia Merlo.

Prima donazione di plasma iperimmune a Busto Arsizio

Una prima donazione d'eccellenza, direttamente da uno dei vertici del laboratorio analisi di Busto Arsizio. Anche l'Asst Valle Olona al lavoro per la raccolta di plasma iperimmune che sarà infuso nei pazienti Covid e utilizzato come terapia contro l'infezione causata dal coronavirus. Primo paziente a donare il proprio plasma, il Coordinatore tecnico del Laboratorio analisi dell’Ospedale di Busto Arsizio Patrizia Merlo.

L'infezione ben prima del "paziente 1"

Come tutti gli operatori sanitari, Merlo è stata sottoposta nelle scorse settimane al test sierologico. E il risultato dell'esame, oltre all'esperienza maturata in questi mesi di lavoro contro l'emergenza, ha confermato il suo sospetto: aveva contratto il coronavirus già a fine 2019. Una prova era stata il pranzo di Natale, stranamente insapore. Stranezza che aveva ricondotto però ai farmaci che stava prendendo per curare, guarda caso, una polmonite sofferta da dicembre a metà gennaio. Il test sierologico ha poi rivelato la presenza con un titolo significativo di anticorpi al SARS-CoV-2.

"La donazione è un atto dovuto"

Così Merlo non ci ha pensato due volte: il 27 maggio era seduta sul lettino prelievi per donare il proprio plasma.

"Per me è un atto dovuto - spiega - Lavorando in Ospedale, ho vissuto e vivo la tragedia della pandemia. Ho avuto la fortuna di non essermi ammalata gravemente, anzi, diciamo pure di essere stata malata 'inconsapevolmente'. Ora voglio dare il mio contributo: per la cura di chi soffre".

La cura col plasma iperimmune

Al momento, quella basata sulla trasfusione di plasma iperimmune è l'unica cura certificata contro l'infezione da coronavirus. La base della cura è ben nota ed era già stata utilizzata in passato per altre malattie: in breve, si preleva il plasma da un paziente che ha sconfitto la malattia, lo si "tratta" per renderlo farmacologicamente sicuro, e poi lo si infonde in un paziente malato che lotta contro la malattia. Si "utilizzano" quindi gli anticorpi di un paziente uscito dalla malattia per aiutarne uno che non riesce a produrne a sufficienza.

Donazione sicura e indolore

"Opportunamente trattato secondo standard definiti internazionalmente, è molto utile nelle terapie di persone ammalate di Sars-Cov-2 – spiega il Direttore sanitario dell’ASST Valle Olona, dottoressa Paola Giuliani -. Si comporta come un vero e proprio farmaco: sia nella sua forma originaria sia come fonte di immunoglobuline IgG neutralizzanti il virus. Il plasma iperimmune è donato da persone che si rendono disponibili volontariamente a sottoporsi a una donazione di plasma. Il sangue viene prelevato e scomposto immediatamente da uno strumento specifico: il plasma è separato dalla parte cellulare del sangue che è reinfusa al donatore. Generalmente si raccolgono 550 – 700 ml di plasma in 45 - 60 minuti circa. La donazione è sicura e indolore".

Chi può donare?

"Possono donare solo le persone che sono guarite completamente da Covid 19, hanno anticorpi immunizzanti presenti superiori a un certo valore, siano in ottime condizioni di salute, abbiano un’età compresa tra i 18-60 anni - riprende il Direttore sanitario -. L’intero processo di selezione e donazione complessivamente dura circa un paio d’ore. Il Servizio Immunotrasfusionale di ASST Valle Olona, diretto dal dottor Ambrogio Pagani con la collaborazione del dottor Giovanni Crovetti, effettua le attività di raccolta di plasma iperimmune dopo un’attenta valutazione dei candidati. I donatori sono infatti selezionati secondo criteri chiari e precisi di massima tutela della salute sia del donatore che del ricevente".
ASST Valle Olona ha iniziato il 27 maggio 2020 la campagna di raccolta del plasma iperimmune per Covid-19 per realizzare un ulteriore opportunità di guarigione per i pazienti ammalati di Coronavirus.

Numerose realtà coinvolte

Il  programma coinvolge molti attori:  le Aziende socio sanitarie territoriali (che operano concretamente nell’assicurare il reclutamento dei donatori, effettuano la raccolta del sangue e curano i pazienti), le associazioni di volontari (che quotidianamente sono vicini agli Ospedali e ai pazienti nell’espletamento delle attività di raccolta del sangue e distribuzione dei prodotti del sangue), Regione Lombardia (che accredita e definisce le linee di governo dell’utilizzo del sangue), Agenzia regionale emergenza urgenza - Areu (quale coordinatore con la Struttura regionale di coordinamento delle attività trasfusionali) e il Dipartimento della Medicina trasfusionale interaziendale di Varese (che coordina le attività su tutte le Aziende ospedaliere pubbliche della macro-area trasfusionale di Varese e Como).

"Solo l’unione delle forze porta a risultati apprezzabili - conclude il Direttore sanitario – La pandemia ha insegnato questo a tutti: la complessità e la velocità della diffusione dell’epidemia Covid-19 ha preteso una grandissima capacità di cambiamento e di flessibilità delle organizzazioni sanitarie. I professionisti sanitari di ASST Valle Olona si sono resi immediatamente disponibili a modificare i comportamenti, capendo che solo un vero gioco di squadra avrebbe portato a buoni risultati. I professionisti tecnici e amministrativi degli Ospedali realizzano il supporto necessario a medici e professionisti sanitari perché possano agire in sicurezza nei reparti Covid. La paura, uno dei principali protagonisti di questo tempo pandemico, è sconfitta solo se tutti si sentono parte dell’intero sistema Paese. I pazienti ricoverati nei reparti Covid non sono mai soli: ci sono sempre i nostri professionisti al loro fianco. Le persone guarite, possono, volontariamente, farsi parte attiva donando il proprio plasma per aiutare gli infetti a superare la malattia. In questo circolo virtuoso ciascuno può fare la propria parte sapendo che ogni persona amplifica il bene comune".

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