Partita di calcetto clandestina fermata dall'"invasione di campo" dei carabinieri
La voglia di giocare è stata più forte dei Dpcm, almeno fino all'arrivo dell'Arma

Niente calci al pallone, nemmeno a porte chiuse. Lo hanno imparato, a loro spese, dieci giovani sorpresi nei giorni scordi durante una partita di calcetto clandestina e il titolare di un centro sportivo a Castellanza.
Partita di calcetto clandestina a Castellanza
Non ce l'hanno proprio fatta a rinunciare alla partitella. Sanzionati e allontanati giocatori in campo e il titolare di un centro sportivo di Castellanza dove una delle scorse sere hanno fatto capolino i carabinieri durante uno dei tanti controlli anti-Covid che l'Arma sta operando sul territorio.
Vietate anche a porte chiuse
Lo sport di contatto a livello amatoriale (il calcio come, ad esempio il basket) sono infatti vietati sia dall'ordinanza di Regione Lombardia sia dagli ultimi Dpcm firmati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per arrestare la seconda ondata del coronavirus. Sia nei parchetti sia all'interno dei centri sportivi.
Niente scappatoie
Non è dato sapere se l'episodio di Castellanza rientri nel caso ma l'indomani del Dpcm c'era chi si stava già attrezzando per aggirare il divieto: lo stop (prima che la Regione intervenisse in maniera più restrittiva) in Lombardia riguardava infatti lo sport amatoriale, non quello dilettantistico. Così in molti, giocatori e proprietari delle strutture, avevano pensato bastasse l'iscrizione a un ente affiliato al Coni per salvare l'appuntamento settimanale col pallone e gli amici. Poteva essere l'occasione per regolamentare e controllare meglio il settore, rendendo obbligatori come per ogni società sportiva controlli medici e tesseramento, ma in epoca di pandemia il Ministero dello Sport ha optato per una soluzione più rapida e tranchant: via ai controlli e tolleranza zero per i "finti dilettanti".