La lettera

Ospedale di Saronno, i sindaci scrivono all'assessore Moratti

"Continuare a non fare equivale ad assumersi la responsabilità di accettare il suo drastico ridimensionamento e quindi la sua dissoluzione"

Ospedale di Saronno, i sindaci scrivono all'assessore Moratti
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I sindaci del Saronnese hanno deciso di scrivere all'assessore al Welfare Letizia Moratti, chiedendo risposte e garanzie sul futuro dell'Ospedale di Saronno.

Ospedale di Saronno, lettera dei sindaci all'assessore Moratti

Forte preoccupazione per il futuro dell'Ospedale di Saronno. I sindaci del territorio saronnese, un bacino di 190mila abitanti, hanno scritto all'assessore al Welfare Letizia Moratti. Sindaci di centrodestra, centrosinistra e civici, "uniti a sostegno di questa causa al di là dei rispettivi schieramenti politici" in una richiesta "forte, corale e unica, che è la voce dei 194.500 cittadini di Saronno, Bregnano, Caronno Pertusella, Ceriano Laghetto, Cirimido, Cislago, Cogliate, Gerenzano, Lazzate, Limido Comasco, Lomazzo, Misinto, Mozzate, Origgio, Rovellasca, Rovello Porro, Solaro, Turate e Uboldo".

Servono risposte precise

Nelle ultime settimane il futuro dell'Ospedale di Saronno, e in particolare il suo futuro come Ospedale di Primo Livello, è tornato a tenere banco. I sindaci chiedono risposte, certezze su quello sarà in futuro l'ospedale cittadino: quali i reparti che riapriranno dopo il Covid, quali gli investimenti per il suo rilancio e non solo per le manutenzioni, quali le politiche di assunzione del personale, indispensabile per colmare le lacune che, a brevissimo termine, rischiano di causare la paralisi dell’intero nosocomio.

La lettera all'assessore Moratti

Gentile dott.ssa Moratti,

con la presente ci troviamo a scriverLe per informarla in merito alla situazione di grave difficoltà ed incertezza in cui versa il Presidio Ospedaliero di Saronno, situazione che è fonte di grande preoccupazione nostra e dei cittadini che siamo chiamati a rappresentare. Le criticità più evidenti e che richiedono un intervento urgente sono: carenza di organico dell’Anestesia e Rianimazione, criticità emersa in concomitanza con l’emergenza Covid-19, carenza di organico e anche strutturale del Pronto Soccorso, scomparsa di fatto di Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Oncologia (eccezion fatta per il day hospital) che se in questo periodo hanno fatto spazio ai pazienti Covid, dall’altro hanno sostanzialmente azzerato la fruibilità di questi servizi da parte della cittadinanza, seppur riconosciamo che in merito a Ostetricia e Ginecologia le cause sono più di natura sociale che di scelte tecnico-burocratiche.

Emerge dai fatti che l’ospedale è, ad oggi, in uno stato di grande ridimensionamento; situazione non attenuata dalle recenti acquisizioni di nuove apparecchiature, perché qualsiasi ambito, anche solo diagnostico poliambulatoriale, si regge sulla qualità di tali macchinari. Quella cui assistiamo sgomenti è una assenza di progettualità in grado, anche solo, di far recuperare al nosocomio le capacità pregresse, conformi ad un presidio di primo livello.

Ci teniamo ad evidenziare che il bacino d’utenza del nostro ospedale è di circa 180.000 persone, quindi ampiamente superiore alle 150.000 richieste per disporre di un ospedale di primo livello. Inoltre il nostro ospedale, situato in posizione strategica, serve ben quattro province: Varese, Como, Monza e Milano; ipotizzare quindi una cancellazione di servizi primari, o comunque non intervenire sulle criticità evidenziate, cagionerebbe un danno a tutto il territorio di Saronno e delle provincie elencate in precedenza. Possiamo quindi considerare che la presenza a Saronno di un ospedale con le funzioni di primo livello risponda ai criteri gestionali di appropriatezza delle prestazioni sanitarie e che non si trova ad interferire con altre strutture della zona, in particolare con quelle di un futuro ospedale Busto-Gallarate la cui entrata in funzione, peraltro, non sembra essere prevedibile a breve e la cui raggiungibilità con il mezzo pubblico da parte dei cittadini del saronnese risulta, oggi, disagevole se non alquanto problematica per gli anziani e i diversamente abili.

Riteniamo necessaria la rapida presentazione di un progetto complessivo di sviluppo, sia a breve sia a medio termine, che fissi obiettivi chiari, tempi per raggiungerli, risorse necessarie e che illustri le modalità di ottenimento di tali obiettivi. Progetto di sviluppo che porterebbe ad una diversa valutazione della struttura, aumentando anche l’attrattiva professionale per chi vorrebbe lavorarci. La condizione attuale del nosocomio saronnese è ormai tale che continuare a non fare equivale ad assumersi la responsabilità di accettare il suo drastico ridimensionamento e quindi la sua dissoluzione.

Da ultimo riteniamo opportuno che il piano regionale di rete ospedaliera e territoriale possa essere reso pubblico. Questo permetterebbe agli amministratori una idonea programmazione sanitaria confezionata al meglio alle esigenze territoriali.

In quanto Sindaci del bacino territoriale la cui popolazione afferisce al Presidio Ospedaliero di Saronno, con questa lettera, chiediamo all’Assessore al Welfare di Regione Lombardia un pronunciamento chiaro, in tempi ormai necessariamente rapidi, sul futuro dell’Ospedale di Saronno.

Da ultimo auspichiamo che tale pronunciamento metta in grado, da subito, le direzioni di ASST Valle Olona ed ATS Insubria di attivarsi per arrestare il declino del nosocomio e presentare ai nostri cittadini il necessario progetto di rilancio. In attesa di riscontro, ci è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti e auguri di buon lavoro.

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