Processo

Omicidio Bossi, si apre il processo. I dubbi della difesa di Caglioni: "E' davvero quella l'arma del delitto?"

Via al processo che dovrà far giustizia per l'omicidio di Andrea Bossi

Omicidio Bossi, si apre il processo. I dubbi della difesa di Caglioni: "E' davvero quella l'arma del delitto?"
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Ha preso il via questa mattina, martedì 18 marzo, il processo dinanzi alla Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio per l'omicidio di Andrea Bossi, ucciso nella sua casa a Cairate il 26 gennaio del 2024.

Omicidio Bossi, via al processo

Primo appuntamento in aula per le formalità di rito con l'ammissione delle liste testi, delle prove documentali e la costituzione delle parti. Imputati, con l'accusa di omicidio premeditato, il 21enne Michele Caglioni assistito dagli avvocati Ferruccio Servi e Nicolò Vecchioni, e il 22enne Douglas Carolo, assistito dagli avvocati Vincenzo Sparaco e Gianmatteo Rona. A rappresentare l'accusa, il Pubblico Ministero Francesca Parola e, parti civili, i famigliari di Bossi: il padre Marino, la madre Rosanna e la sorella Federica, rappresentati dall'avvocato Davide Toscani.

Secondo l'accusa, i due avrebbero ucciso Bossi per motivi economici. In particolare Carolo (che avrebbe avuto una relazione con la vittima) avrebbe voluto da lui 2mila euro per risarcire una donna che aveva truffato.

Il processo entrerà nel vivo ad aprile, con un fitto calendario di udienze programmate fino a ottobre.

La difesa Caglioni: "Non siamo sicuri dell'arma del delitto"

Lunga la lista di testi negli elenchi presentati dalle parti, e tra questi compaiono anche alcuni detenuti del carcere di Busto dove si trova Carolo in regime di custodia cautelare. Chiamati perchè, anticipano i due legali difensori di Caglioni, Carolo avrebbe fatto loro alcune confidenze su cosa sia successo quella notte e anche riguardo alcuni contatti avuti con l'esterno. Contatti che, ed è questo il dubbio principale degli avvocati Vecchini e Servi, potrebbero aver "avuto un ruolo" nel ritrovamento del coltello ritenuto essere l'arma del delitto.

"Noi dubitiamo che quel coltello possa essere effettivamente l'arma del delitto. Non ci sono evidenze scientifiche che avvalorino quella tesi, non c'è alcuna traccia biologica riferibile a nessuno dei protagonisti di questa vicenda, in primis alla vittima".

Udienza ad aprile

L'8 aprile i primi testimoni chiamati dall'accusa, che come spiegato in aula intende partire con i primi intervenuti in quella casa ormai oltre un anno fa. Ad aprire questa fase sarà dunque il padre di Bossi, che entrò in casa e trovò il corpo privo di vita del figlio.

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