Samarate

Nel "bosco di Zak" fino a 5mila euro di guadagni al giorno con lo spaccio: 7 arresti

Un volume d'affari enorme quello del market della droga nel bosco di Cascina Costa di Samarate. Arrestate anche due donne, incensurate, che accompagnavano i pusher al lavoro

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Nelle prime ore di questa mattina, giovedì 17 giugno, i militari della Compagnia di Varese hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio nei confronti di 5 persone, nonché a 2 fermi di indiziato di delitto; provvedimenti eseguiti nell’ambito di un’articolata e complessa attività di indagine condotta dalle Stazioni di Sesto Calende (VA) e Vergiate (VA), diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio (Dott.ssa Francesca Parola), volta a reprimere lo spaccio nei boschi.

Indagini nel "bosco di Zak"

Verso la metà del mese di novembre 2020 sono partite le prime attività di indagine nei confronti di un marocchino di 36 anni, pregiudicato, regolare sul territorio italiano, soprannominato “ZAK”, sospettato di essere uno spacciatore di stupefacente.

I militari hanno scoperto che costui era in realtà il capo di un sodalizio di nordafricani che ormai da tempo aveva preso il controllo del bosco di Cascina Costa di Samarate, divenuto un “market” della droga a cielo aperto, dove gli acquirenti potevano trovare qualsiasi tipologia di sostanza stupefacente (cocaina, eroina, hashish). Lo spaccio avveniva dalle ore 08:00 circa del mattino, fino alle ore 22:00.

Ognuno, all’interno del gruppo, aveva un ruolo ben definito: c’era infatti chi era addetto alla ricezione delle ordinazioni, chi allo smercio e chi alla sorveglianza della zona, nel caso in cui si fossero avvicinate le forze dell’ordine o terzi estranei.

Un mercato redditizio

In circa 6 mesi di indagini, è stato documentato un volume d’affari di oltre 900.000 euro, con guadagni giornalieri che arrivavano fino a 5.000 euro.

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Sono stati inoltre effettuati circa 20 sequestri di droga, tra cocaina, eroina e hashish, ed altrettante persone sono state segnalate alla Prefettura di Varese quali assuntori di sostanze stupefacenti; nei loro confronti si è anche proceduto al ritiro della patente di guida.

I militari hanno nel complesso documentato oltre 5.400 cessioni (circa 50 giornaliere).

Una rete in tutta la provincia

La località di spaccio di Cascina Costa era nota ai tossici come “il bosco di Zak”, dal soprannome del capo del sodalizio che gestiva in prima linea l’intera attività illecita.

I nordafricani godevano altresì del supporto logistico di alcune donne italiane, incensurate, tutte residenti in Provincia di Varese, che si prodigavano per accompagnare gli spacciatori da e verso le località dello spaccio: due di loro sono state colpite da ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari, mentre un’altra da fermo di indiziato di delitto.

Gli arresti

All’esito delle operazioni, sono stati tratti in arresto su ordinanza di custodia cautelare:

  • marocchino di 36 anni, senza fissa dimora, regolare sul territorio italiano, soprannominato “ZAK” (custodia cautelare in carcere - Busto Arsizio), trovato anche in possesso di oltre 19.000 euro in contanti, sequestrati;
  • marocchino di 34 anni, senza fissa dimora, regolare sul territorio italiano, pregiudicato (custodia cautelare in carcere - Busto Arsizio);
  • marocchino 26 anni senza fissa dimora, irregolare sul territorio italiano, incensurato (custodia cautelare in carcere - Busto Arsizio);
  • italiana di 35 anni residente a Vergiate, incensurata (arresti domiciliari);
  • italiana di 29 anni residente a Vergiate, incensurata (arresti domiciliari).

Sono invece stati arrestati con provvedimento di fermo di indiziato di delitto:

  • italiana di 38 anni residente ad Angera, incensurata (tradotta presso carcere di Como), trovata anche in possesso di una dose di cocaina, sequestrata;
  • marocchino di 34 anni, irregolare sul territorio italiano, pregiudicato (tradotto presso carcere di Busto Arsizio).

 

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