Morte bianca

Morto sul lavoro in Ticino, un mese e mezzo dopo ancora non si sa nulla

Ancora nessuna risposta dalla Svizzera, mistero sulla tragedia che l'11 febbraio è costata la vita a un operaio di Gemonio

Morto sul lavoro in Ticino, un mese e mezzo dopo ancora non si sa nulla
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E' passato un mese e mezzo dall'11 febbraio quando Giuliano Predolini, operaio frontaliere 44enne, perse la vita in un incidente sul lavoro in una ditta del Canton Ticino. Da allora però della dinamica della sua morte non si sa ancora nulla.

Morto sul lavoro in Ticino, l'incidente di Predolini ancora senza risposte

Com'è morto Giuliano Predolini? Chi ha le responsabilità di quell'incidente? Dalla Svizzera, un mese e mezzo dopo l'incidente fatale, ancora non si sa nulla. E la sua famiglia, da Gemonio, continua ad aspettare notizie.

La tragedia era avvenuta l'11 febbraio all'interno della Trasfor SA di Molinazzo di Monteggio in Canton Ticino. Predolini a quanto appreso era al lavoro su un macchinario per piegare una sbarra di metallo quando sarebbe stato colpito al petto dalla paratia di sicurezza distaccatasi improvvisamente. I soccorsi erano stati inutili: l'operaio di Gemonio si spense poche ore dopo l'arrivo in ospedale, dov'era stato trasportato in elisoccorso, e dove gli erano stati diagnosticati un gravissimo trauma toracico e pesantissime lesioni interne.

Ma dinamica e fatti, così come indagini e procedimento penale relativo, restano un mistero anche per la famiglia che per questo si è affidata a Studio3A-Valore, una società legale specializzata in materia.

Serve giustizia

Da allora, la famiglia non ha avuto più notizie.

"La signora Francesca (moglie della vittima, ndr) è perfettamente consapevole che, in questo momento di emergenza globale da coronavirus, le priorità sono altre - spiegano dallo studio di avvocati -  lei stessa è confinata in casa, la Lombardia è la regione italiana più colpita, e anche in Svizzera i casi di positività hanno quasi raggiunto i 15mila, con oltre 250 decessi, e ormai da giorni il Consiglio Federale ha deliberato il blocco totale. La donna però confida che quando, si spera il prima possibile, la situazione sarà tornata alla normalità, ci si ricordi anche del caso di suo marito".

Lo studio si è attivato per recuperare tutta la documentazione e si sta muovendo anche sul fronte legale insieme a un avvocato svizzero. Al alvoro anche per l'indennizzo:

"Qui c’è una famiglia con due minori che hanno perduto il papà e con lui la principale fonte di sostentamento - concludono -  e mai come in questi casi il risarcimento non è un capriccio".

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