Morti in corsia, ricorsi dai legali di Cazzaniga e dell'Asst Valle Olona... e dalla Procura
Tre impugnazioni, da tutte le parti coinvolte: il processo arriverà in Cassazione
Non è ancora chiusa la vicenda processuale legata alle morti in corsia all'Ospedale di Saronno e che vede al centro l'ex primario Leonardo Cazzaniga, attualmente in carcere ad opera con una condanna all'ergastolo per 10 omicidi (dei 13 attribuitigli in Primo Grado, in Appello ne sono stati esclusi 3). Oltre al ricorso in Cassazione presentato dai suoi legali, infatti, c'è quello degli avvocati dell'Asst Valle Olona, condannata in sede civile, e l'impugnazione da parte del procuratore generale.
Morti in corsia, corsa in Cassazione
Tre ricorsi, di fatto, e altrettante richieste di rivedere quanto stabilito dalla Corte d'Appello di Milano ad aprile.
Il primo, scontato e annunciato, è quello dei legali di Cazzaniga, che chiedono di annullare la sentenza di condanna. La tesi difensiva non è dissimile da quella già avanzata durante l'intero processo di primo grado: l'ex viceprimario col suo "protocollo" non ha ucciso nessuno ma avrebbe invece "accompagnato alla morte" dei pazienti già compromessi e dal destino segnato, in fase terminale.
Insomma, puntano a "smontare" il nesso causale tra le somministrazioni, i sovraddosaggi, e il decesso dei pazienti facendo rientrare l'utilizzo di quei farmaci nel campo delle "cure palliative". Somministrate, si era comunque rilevato nel procedimento in Primo Grado, senza titolarità e in violazione dei protocolli ben definiti in materia.
Anche l'Asst ricorre
Il secondo è quello dell'Asst Valle Olona, condannata in sede civile a risarcire per oltre 2 milioni di euro complessivi le famiglie delle vittime del medico.
L'impugnazione della Procura
Infine, c'è l'impugnazione della sentenza d'Appello da parte del sostituto procuratore generale di Milano. Impugnazione che, ovviamente, non è tesa a ridurre o annullare le condanne a Cazzaniga o all'Asst Valle Olona ma ad opporsi all'esclusione dei tre casi tra quelli addebitati a Cazzaniga, per i quali era stato invece assolto.